Il camminatore dell’impossibile

La Biennale Cinema celebra Werner Herzog con il Leone d'Oro alla carriera
di Redazione VeNews

La carriera del regista tedesco riceve il riconoscimento al Lido, nella Mostra in programma dal 27 agosto al 6 settembre.

Non ha mai fatto belle inquadrature. O almeno, è quello che ha sempre detto lui. Ha sempre cercato di riprendere l’impossibile. È riuscito a creare immaginari alieni, filmando, però, la realtà. Un buon soldato del cinema. Questo è Werner Herzog, uno dei cineasti più importanti della storia del cinema. Ha diretto capolavori come Aguirre, furore di Dio, Nosferatu, Fitzcarraldo e molti altri. Un uomo del cinema, devoto alla settima arte. Un pensatore libero e un regista senza limiti e confini. Nasce a Monaco di Baviera nel 1942, vede il suo primo film a undici anni. Dirige il suo primo cortometraggio, Ercole, a vent’anni. È il 1962, l’inizio della sua ultradecennale e fantastica carriera. Herzog è sempre stato una persona libera, non ha mai voluto sottostare a limitazioni imposte da studi e produttori cinematografici: voleva fare il suo cinema, raccontare la sua poetica e l’ha sempre fatto. Tra i film più folli e importanti di questo regista c’è sicuramente Fitzcarraldo del 1982, girato in Perù, in mezzo alla Foresta Amazzonica. La storia di un uomo che ha come sogno quello di creare un teatro dell’opera nel mezzo della foresta. Da qui inizia una delle lavorazioni più incredibili e pericolose della storia del cinema.

Tra feriti, morti, ritardi nella lavorazione e un Klaus Kinski ‘meravigliosamente’ fuori controllo. Come si può parlare di Herzog senza citare il suo attore feticcio, appunto Kinski, tra i migliori caratteristi del XX secolo. Tanto bravo, quanto pazzo. Numerose sono le volte in cui i due sono arrivati alle mani, minacciandosi di morte. Per descrivere al meglio il loro rapporto bisogna parlare della lavorazione di Aguirre, furore di Dio, con Kinski che dice di volersene andare. Herzog non provò neanche a convincerlo a rimanere: l’unica cosa che gli disse fu che aveva un fucile con nove colpi, otto per Kinski e uno per sé stesso. L’attore tedesco non se ne andò e partì un sodalizio durato anni e cinque film, conclusosi con la morte di Kinski e col documentario, diretto dallo stesso Herzog, Kinski, il mio nemico più caro. Werner Herzog viene premiato con il Leone d’Oro alla Carriera all’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un riconoscimento dovuto per un cineasta fisico, che percorre il pianeta alla ricerca di immagini mai viste, forzando il nostro modo di vedere il mondo, sfidandoci ad andare oltre l’apparenza del reale.

Foto in evidenza: Courtesy, La Biennale di Venezia.

82. Festival Internazionale di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia

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