Il regista ucraino Antonio Lukich presenta in Orizzonti il suo sencondo lungometraggio di finzione, Lussemburgo, Lussemburgo, la storia di due gemelli alla ricerca del padre.
Perché i protagonisti sono due gemelli e non, ad esempio, due fratelli?
Perché altrimenti il film non si chiamerebbe Lussemburgo, Lussemburgo ma Due fratelli cercano il loro papà cattivo. Avere due fratelli protagonisti avrebbe cambiato lo stile del film, me lo immaginerei più come film d’arte, o come uno sketch di Key & Peele. I protagonisti sono due gemelli perché questo aggiunge uno strato più profondo alla storia, sono una metafora del dialogo interiore che avviene in ciascuno di noi.
Di solito le commedie finiscono bene. Il suo film ha bei momenti di sconfortante comicità ma non si può dire che abbia un lieto fine. Perché? Pensa che il cinema debba corrispondere al modo in cui le storie di solito finiscono nella vita reale?
Le migliori commedie finiscono con una domanda piuttosto che con una risposta e non c’è motivo di parlare di lieto fine per quanto riguarda il mio film. Penso alle commedie di Milos Forman, István Szabó, i fratelli Coen… e no, non penso che il cinema debba parlare della vita reale, deve mostrare la vita usando metafore. Nel nostro film lo facciamo in un senso molto semplice: i due protagonisti cercano il loro padre, cioè il loro creatore, e incontrare il creatore non è in genere qualcosa di granché felice.
I fratelli gemelli Kolya e Vasily hanno appena scoperto che il padre che li ha abbandonati da bambini sta morendo a Lussemburgo. Mentre Kolya, che lo considera un eroe, fa di tutto per rintracciarlo e raggiungerlo, Vasily, in disaccordo con il fratello, prova ad impedirgli di ...
Come applicare quanto Kolya e Vasya imparano dalla situazione odierna dell’Ucraina?
Questa è una storia di genitori assenti, o meglio di un padre assente. Difficile collegare gli eventi del film alla situazione dell’Ucraina prima degli eventi di quest’anno, ma purtroppo quanto sta accadendo oggi è una realtà di padri assenti e di famiglie distrutte dalla guerra. Negli anni Novanta erano soprattutto mafiosi e criminali ad uccidere padri di famiglia, l’invasione russa di quest’anno causerà generazioni traumatizzate domani. Cosa imparano? Strana domanda. Penso che entrambi imparino che i genitori non sono qualcosa che puoi scegliere. E neanche il Paese di nascita, a dirla tutta…
Qual è la situazione dell’industria cinematografica in Ucraina oggi?
I produttori ucraini hanno ricevuto grandissimo aiuto da molte nazioni amiche: Svezia, Polonia, Italia, Bosnia ed Erzegovina e molte altre. Ovviamente oggi ci si concentra sui documentari. Mi sa che è impossibile, oggi, fare dei film e soprattutto non ha proprio senso. Già il cinema ucraino non era in buono stato prima della guerra, oggi sta lottando per la sopravvivenza, sia in senso materiale che professionale.