I Sacchi di Sabbia porta in scena un Andromaca tutta da ridere, rivitalizzando e rigenerando il testo classico di Euripide con un linguaggio iconico e divertente per restituircene una versione che esplora i confini tra comico e tragico.
Andromaca è una tragedia decisamente anomala nella produzione euripidea: non vi si staglia alcun protagonista, nessun dio compare, come pure nessun “eroe tragico”; il mondo, svuotato di presenze eccezionali, sembra ospitare solo uomini incapaci di decidere del proprio destino. Le speranze si alternano alle tragiche disillusioni, in una danza meccanica, così macabra e spietata da sembrare comica.
Una tragedia stralunata che in questa rilettura ha i tempi e lo stile della commedia. È una comicità sorniona e l’umorismo da vita quotidiana, con qualche invenzione surreale, che fa riferimento a certa commedia all’italiana (il Monicelli di Amici miei) e al cabaret televisivo. Nella narrazione passo passo della morte di Neottolemo c’è persino un omaggio alla storica trasmissione radiofonica Tutto il calcio minuto per minuto.
Inducendoci a ridere sul ribaltamento di certi canoni logici l’autore Massimiliano Civica e gli scanzonati attori dei Sacchi di Sabbia ci costringono a riflettere sulle cristallizzazioni e le evoluzioni della società e a ridere di noi stessi per meglio conoscerci e analizzarci.