Torna dal 22 al 25 marzo il Ca’ Foscari Short Film Festival, primo festival in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, con il coordinamento della direttrice artistica e organizzativa Roberta Novielli. La tredicesima edizione adotta ancora una volta la forma “diffusa”, con fulcro ben radicato all’Auditorium Santa Margherita e spazi satellite come il Museo d’Arte Orientale – Ca’ Pesaro, la Fondazione Bevilacqua La Masa, la Casa del Cinema, il Museo Archeologico Nazionale e In Paradiso ai Giardini della Biennale, senza dimenticare gli spazi polivalenti dell’NH Venezia Rio Novo.Un’edizione ricchissima che affianca al Concorso principale e a quelli paralleli degli ospiti internazionali di grande rilievo come Amos Gitai, Bruno Bozzetto, Rob Savage e Hirokazu Kore-eda o appuntamenti fissi dei programmi speciali, il tutto reso possibile grazie alla collaborazione della Fondazione di Venezia e al supporto di NH Venezia Rio Novo, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la piattaforma italiana di cinema on demand ‘breve’ WeShort, la più antica azienda produttrice di prosecco Carpenè-Malvolti, Cinit – Cineforum Italiano, la Municipalità di Venezia – Murano – Burano, il Conservatorio di Musica “Arrigo Pedrollo” di Vicenza e le Giornate della Luce di Spilimbergo, festival dedicato ai maestri della fotografia del cinema italiano. Lo Short rimane un festival fatto dai giovani e per i giovani che, partito dall’Università Ca’ Foscari, grazie al suo carattere “diffuso” fa sempre più parte della vita culturale della città di Venezia, omaggiata anche dallo splendido manifesto di Manuele Fior, alla sua prima collaborazione con il festival.Il Concorso Internazionale è il centro nevralgico della manifestazione, quello che ha portato il festival a essere considerato una sorta di campionato mondiale del cinema giovane, dove vengono proposti 30 dei migliori cortometraggi realizzati nell’ultimo anno da studenti di università e scuole di cinema da tutto il mondo. I giovani registi mettono in scena inquietudini e drammi dei nostri tempi, non è un caso quindi che quest’anno una delle tematiche più ricorrenti sia quella dei migranti, con una varietà geografica dei corti che declinano questa tematica: da Returning South della messicana Sofia Ayala, dove due giovani devono riportare il cadavere del padre oltre il confine, a Footprints of Ants di Ümit Güç, che mette in scena la difficile convivenza tra rifugiati e agricoltori in Turchia; dallo sfratto di una famiglia albanese in Austria in Invisible Border di Mark Siegfried Gerstorfer, alla coppia protagonista di Bloody Gravel di Hojat Hosseini che cerca di passare la frontiera tra Afghanistan e Iran per poter vivere il proprio amore. Una tematica che può anche prendere l’originale forma di un documentario d’animazione, come avviene nel cinese Swallow Flying to the South di Mochi Lin, dove una misteriosa bambina viene abbandonata nella Pechino degli anni ’70. Non mancano neppure inventive rivisitazioni del cinema di genere, dal post-apocalittico di Winter Bloom del polacco Ivan Krupenikov al musical sul drammatico tema delle comfort women coreane di Remember Our Sister di Hayoung Jo. Un solo italiano in gara, Fly High, corto d’animazione realizzato da Giuseppina Fais, Lorenzo Pappa Monteforte, Kevin Rosso e Yagiz Tunceli per il Centro Sperimentale di Cinematografia del Piemonte.La giuria internazionale è costituita come di consueto da tre personalità legate al mondo del cinema: quest’anno ecco Mika Johnson, artista multimediale specializzato in realtà virtuale; il ritorno di Robb Pratt che era stato protagonista di una masterclass nell’ottava edizione del festival e l’attore italiano Roberto Citran, che dagli anni ‘80 frequenta abitualmente il grande e il piccolo schermo nostrano.