A sei anni di distanza dal documentario The Devil and Father Amorth (2017) e a ben dodici dal bellissimo Killer Joe (2011), William Friedkin sarebbe dovuto tor...
Quando mi parlano di romanzo storico mi viene subito in mente la delusione provata a quattordici anni leggendo integralmente Ivanhoe (1819) di Walter Scott, considerato il primo dei romanzi storici moderni. Che noia, mi aspettavo avventure e duelli e invece, come scrisse E.M. Foster, vicende povere e personaggi senza colore e spessore. Non è così L’ammutinamento del Caine di Herman Wouk del 1951, che fu da subito un grande successo negli Stati Uniti e in Europa. Sottotitolo: Romanzo della Seconda Guerra Mondiale. Conservo la prima edizione Rizzoli del 1952 che, subito dopo articoli inerenti al Regolamento della Marina che disciplinano la possibile sostituzione di un superiore da parte di subalterni, riporta una nota che ricorda che la vicenda dell’ammutinamento non è importante e che la narrazione ha inizio dal personaggio di Willie Keith, perché «la soluzione dell’evento si imperniò sulla sua personalità come la porta massiccia di un sotterraneo si impernia per aprirsi su una minuscola vite del cardine».
Anche giallo, quindi, ma anche caso giudiziario (come tale venne visto nell’adattamento teatrale a Broadway nel 1954), descrizione di un amore, quello del protagonista con May Wynn, e della vita nei club musicali (era di moda Night and Days di Cole Porter e lo swing di Sinatra).
La trattazione del diverso carattere di due comandanti è tema di diversi romanzi del periodo di guerra; ricordiamo tra i molti Twelve O’Clock High! di Sy Bartlett e Bernie Lay, poi stupendo film di Henry King del 1949 (Cielo di fuoco il titolo italiano). Anche il romanzo di Wouk venne presto portato su pellicola nel 1954 dal regista Edward Dmytryk, con Humphrey Bogart nel cast. Insieme, Dmytryk e Bogart, riuscirono a realizzare un difficile equilibrio tra le diverse anime del romanzo.