Incontemplabile punk

Se ne è andato oggi uno dei veri, autentici, adorabili fuorilegge del punk, quel Shane McGowan che con i suoi travolgenti Pogues ha portato il sound più nichilista e frontale del rock novecentesco, il punk per l’appunto, a nozze con l’incontemplabile al suo primo rivelarsi nella Londra fine anni ’70, ossia alle radici prepotentemente folk del r’n’roll. Così come i Clash portarono il punk a Kingston, con quel loro inarrivabile crossover vero primo ponte tra grammatica elementare punk e reggae giamaicano in salsa dub, direzione Notting Hill, così Shane e la sua band incendiarono pub, festival, arene in una sarabanda ineguagliabile da festa popolare irish, dove il folk delle radici veniva rivisitato con una furiosa, ribelle attitudine punk.

Due band diverse per importanza storica, eppure prossime, eccome, al punto che in una delle sue innumerevoli pause dovute ad ordinari, quotidiani eccessi alcolici Joe Strummer ebbe modo di sostituirlo quale frontman dei Pogues in una delle loro tournee. Se ne è andato proprio a due passi dal Natale, quel Natale che anche i più iconoclasti interpreti rock nel mondo anglosassone non hanno mai mancato di omaggiare con composizioni proprie o cover, da Elvis in giù. E quindi come non salutare questo satanasso buono e fragile, eppure dalla scorza durissima che gli ha permesso di arrivare ancora non si sa come sin qui (a proposito di patti con il Diavolo…), con la più straordinaria canzone natalizia folk-rock di sempre da lui stesso composta e interpretata? E come non farlo nella versione che tutti amiamo, quella del duetto con un’altra vivissima voce e anima della canzone irish, quella Kirsty MacColl purtroppo davvero troppo presto volata via 23 anni fa a soli 41 anni? Buon viaggio Shane, con Kirsty e Sinead continuerai sicuramente a cantarle e a cantarcele, ovunque vi ritroverete!

Immagine in evidenza: ⓒ Matteo Alemanno