Attore e regista stimatissimo, Filippo Dini è il nuovo Direttore artistico del Teatro Stabile Veneto – Teatro Nazionale. La guida dei poeti, l’arte degli attori e una visione internazionale, gli ingredienti segreti della sua ‘ricetta’.
«È una buona notizia», esordisce Tony Servillo nel congratularsi per la nomina di Filippo Dini a nuovo direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Nel video di auguri proiettato durante la conferenza stampa compaiono tra gli arti anche i Fratelli D’Innocenzo che affermano: «Siamo sicuri che Filippo porterà il suo senso della giustizia artistica». Anna Bonaiuto aggiunge: «Un uomo vero di teatro, un grande attore, un grande regista». Chiude Manuela Mandracchia citando Eduardo De Filippo: «Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita. Con le parole di Edoardo ci aspettiamo da Filippo grandi sensi, grandi significati e un mare di divertimento».
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Stabile del Veneto, dopo un’approfondita selezione che ha vagliato candidature di alto profilo nel panorama teatrale nazionale, ha dunque deciso di affidare a Filippo Dini, uno dei nomi emergenti del palcoscenico italiano, regista pluripremiato per la sua ingegnosa creatività e attore poliedrico, la guida artistica dei tre teatri Goldoni di Venezia, Verdi di Padova e Del Monaco di Treviso.
Nato a Genova il 7 aprile 1973, Filippo Dini si è formato presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. Nel 1998, insieme ad altri quattro suoi compagni di corso (Andrea Di Casa, Sergio Grossini, Fausto Paravidino e Giampiero Rappa) ha fondato la compagnia Gloriababbi Teatro, con cui ha collaborato fino al 2016. È questa esperienza indipendente a dargli la possibilità di concepire attraverso un lavoro quotidiano tutte quelle componenti inderogabili e fondanti della sua idea di teatro, che successivamente ha approfondito prima a Parma, dove ha debuttato con la sua prima regia significativa, l’Ivanov di Cechov (2015), poi al Teatro Eliseo e infine al Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale. A Torino ha lavorato come regista residente dal 2021 al 2023, periodo in cui ha potuto mettere in scena ben sei regie, l’ultima delle quali è stata Agosto ad Osage County di Tracy Letts. Nel corso della sua carriera come attore si è confrontato con i migliori registi della scena italiana, da Carlo Cecchi a Giorgio Barberio Corsetti, da Valerio Binasco a Luca Barbareschi, solo per citarne alcuni. Come regista ha realizzato spettacoli per molti teatri, sia Nazionali sia Tric, e per produzioni private, che lo hanno portato a raggiungere una pregevole indipendenza artistica e a guadagnare riconoscibilità nel panorama teatrale italiano. Il suo lavoro gli è valso già numerosi riconoscimenti: ha vinto per ben cinque volte il Premio Le Maschere del Teatro Italiano, nel 2011 come migliore attore non protagonista in Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, nel 2016 come miglior regia per lo spettacolo Ivanov di Cechov, nel 2019 sempre per la miglior regia con Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello e, infine, quest’anno sia come miglior regia sia come migliore attore protagonista, per Il crogiuolo di Arthur Miller, che gli ha portato anche il premio Flaiano. Negli anni ha vinto anche il premio della Critica 2022, il Golden Graal (2013) e il Premio ANCT Hystrio (2014).
Dal 1997 recita anche per il grande e il piccolo schermo dove ha partecipato, tra le tante, alle popolari serie televisive di Rocco Schiavone, Blanca, Un passo dal cielo e Distretto di polizia.
La guida dei poeti, la centralità degli attori e la costruzione di un gruppo artistico che possa esaltare il lavoro della struttura del Teatro Stabile del Veneto: sono questi i punti cardine della visione artistica presentata da Filippo Dini nel suo progetto. Per realizzarlo ha voluto essere affiancato da una squadra composta da un regista residente, artisti associati e un regista di riferimento internazionale oltre al Direttore dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni, nella persona di Carlo Mangolini.
Tra gli obiettivi del neo-direttore emerge la realizzazione di una proposta di contenuti artistici che siano competitivi con le eccellenze del teatro europeo, l’implementazione di una rete di attori e artisti italiani di altissimo livello, che considerino il TSV come punto di riferimento del loro percorso imprescindibile e fondamentale, l’ampliamento delle relazioni e degli scambi con l’Europa e una maggiore attenzione nei confronti della drammaturgia contemporanea. Il tutto senza trascurare il rapporto, già consolidato in questi anni dal TSV, con il fertile ambiente artistico del territorio Veneto.
«Questa nuova avventura – commenta Filippo Dini – rappresenta una sfidante occasione per dare corpo alla stessa poetica che da anni porto avanti con il mio lavoro di regista e il cui primo e irrinunciabile punto è rappresentato dallo studio dei poeti. Ogni atto artistico in teatro non può e non deve prescindere dal rispetto e quindi dalla conoscenza intrinseca della vita e dello stile degli autori, che essi appartengano alla Grecia illuminata del V secolo a.C. o abbiano appena debuttato nell’ultima produzione della Schaubühne. D’altra parte credo che non possa esistere nessuna forma di teatro di prosa senza l’arte degli attori. Credo in un teatro di interpreti, più che in un teatro di regia. Gli attori italiani hanno insegnato e reso grande l’arte drammatica in tutto il mondo. Per questo amo ritenermi un capocomico contemporaneo più che un regista. Nella mia visione il palcoscenico deve essere modello e centro di un modo di intendere e pensare la gestione di un teatro, e ha il pesante compito di ispirare, attraverso la guida dei poeti e l’arte degli attori, tutte le altre molteplici parti dell’apparato, che sono a loro volta complici e ispiratori di bellezza».