La mostra ospita dodici light box create da Joan Fontcuberta (Barcellona, 1955), esito del dialogo dell’artista spagnolo con le straordinarie collezioni storiche dell’ICCD, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministro dei Beni Culturali. Fontcuberta, artista, fotografo e scrittore, indaga la natura stessa della fotografia attraverso tre diverse chiavi di accesso: la memoria, il tempo e la materialità. Nella sua ricerca vi è il richiamo alla polvere quale simbolo del trascorrere del tempo e del lento dissolversi delle immagini fotografiche, un decadimento materiale che «genera una fotografia “amnesica”, senza più memoria». Fontcuberta mette in luce il paradosso tra l’immutabilità dell’immagine e la deteriorabilità del dispositivo su cui è fissata, in un dialogo provocatorio e ironico che, con l’allusione del titolo Cultura di polvere, arriva a includere Marcel Duchamp, Man Ray e la loro celebre opera Élevage de poussière.
L’esposizione inaugura la nuova stagione del Fortuny con una riflessione non solo sulla comune nazionalità tra l’artista e il “padrone di casa”, ma anche sul profondo legame di questo luogo con la fotografia, dai primi esperimenti di Mariano Fortuny y Madrazo alla conservazione del ricco fondo dei Musei Civici Veneziani, che proprio qui è oggetto di un articolato programma di recupero e valorizzazione. Cultura di Polvere delinea dunque una connessione profonda tra Fontcuberta e il contesto storico-artistico del Fortuny, unendo le innovazioni passate con le esplorazioni contemporanee e sottolineando la continua evoluzione della fotografia come mezzo espressivo.