Volete la descrizione della trama? Una vera e propria trama non c’è. Il progetto elaborato dal regista Giuseppe Boccassini è infatti più profondo e coinvolge ben 310 film del genere noir dai primi anni ’40 alla fine dei ’50. Un’operazione di découpage cinematografico che si configura come vero e proprio esercizio di stile di montaggio che tocca su grande schermo grandi tematiche del contesto americano e, di riflesso, mondiale, come lo spauracchio comunista, l’ossessione per la minaccia nucleare e la diffusione della pena capitale.
84 minuti per un’opera nata dalla collaborazione tra Germania, Francia e Italia, di cui lo stesso Boccassini ha curato anche sceneggiatura, ovviamente montaggio, suono e la stessa produzione.
Volete una traduzione del titolo Ragtag? Una vera e propria traduzione non c’è. Termini come “accozzaglia” e “miscuglio” non si adattano di sicuro ad un film che altro non è che l’esito visibile e condivisibile di un ragionamento, di un pensiero che Boccassini porta avanti con piena cognizione di causa; un patchwork in cui un pezzo non esisterebbe se non fosse affiancato da un altro, condividendone il filo logico.
In Venezia Classici ecco un classico contemporaneo, che non si ispira al passato ma lo attualizza, collocandolo su una linea temporale che solo il cinema ha la capacità di rendere percorribile in loop.
Ragtag
di Giuseppe Boccassini
(Germania, Francia, Italia, 84’)
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