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Il latte dei sogni
Filippo Timi è uno dei pochi attori del panorama italiano contemporaneo in grado di alternare con talento e successo cinema, teatro e televisione. A poco più di un mese dal debutto in prima nazionale, arriva sul palco del Teatro Toniolo di Mestre con una nuova edizione del suo Amleto², grande successo di un decennio fa, una rilettura furibonda, sensuale e colorata di un classicissimo del teatro. Di sicuro c’è che lo spettatore non deve più scervellarsi per provare a capire cosa passa per la testa del Principe di Danimarca: fin dall’inizio è trascinato dentro la sua mente, una gabbia da circo dove tutto è dichiaratamente folle. Amleto/Timi affronta di petto gli intrighi, la vendetta, l’amore e il disamore e li divora tutti assieme, in un’unica grande risata. Il dramma shakespeariano diventa una tragicommedia, “un grandioso delirio decadente” che travalica i generi con dissacrante ironia e provocazioni pop, come l’apertura con Marylin Monroe – e tu pensi “ma che caz…” e invece è la perfetta incarnazione della grande domanda, essere o non essere? Tradotto, ci è, o ci fa? Un Amleto letteralmente al quadrato, straripante nei contenuti, nella forma e nell’ironia.