Un nuovo allestimento dell’Attila di Giuseppe Verdi debutta al Teatro La Fenice: la messinscena della nona opera del bussetano – seconda, in ordine cronologico, delle cinque composte per il Teatro veneziano – porta la firma del regista Leo Muscato, con le scene di Federica Parolini, i costumi di Silvia Aymonino e il light design di Alessandro Verazzi: anche questa produzione ambirà a entrare nel novero del repertorio ‘stabile’ del Teatro veneziano. L’interpretazione musicale sarà affidata a Sebastiano Rolli, uno dei più promettenti e talentuosi direttori verdiani, che guiderà un cast composto per i personaggi principali da Michele Pertusi, Anastasia Bartoli e Antonio Poli.
Dramma lirico in un prologo e tre atti, su libretto di Temistocle Solera e Francesco Maria Piave tratto dalla tragedia Attila, König der Hunnen (Attila, re degli Unni, 1808) del poeta tedesco Zacharias Werner, Attila esordì proprio alla Fenice, il 17 marzo 1846 ed entrò ben presto in repertorio, in quanto emblema della cosiddetta ‘opera patriottica’. Questa nuova rivisitazione dell’Attila di Verdi consentirà dunque al Teatro La Fenice di ripercorrere una tappa della propria storia, e ai veneziani stessi di riflettere sulle origini e la storia della loro città lagunare. Nel prologo dell’Attila, ambientato nel quinto secolo dopo Cristo, si racconta infatti dell’arrivo degli aquileiesi scampati al ‘flagello di Dio’ sulle sponde di Rio-Alto, nelle «Lagune Adriatiche»: è la ‘mitica’ storia della fondazione di Venezia, solo recentemente smentita dagli archeologi. Naturalmente, la scoperta del ‘falso storico’ su cui si basa l’Attila nulla toglie al valore del titolo verdiano: sappiamo per certo, infatti, che ciò che appassionava Verdi non fosse la veridicità storiografica della vicenda narrata, quanto piuttosto la plausibilità dell’immagine storica rievocata in scena, in direzione di un realismo visuale che è l’istanza sempre più imprescindibile del teatro di quel periodo.