Dear N., you were too much: così inizia la lettera mai recapitata che Wendy Houstoun scrisse al suo amico e collega Nigel Charnock, pochi giorni prima che lui morisse nell’agosto del 2012. Nigel era stato un formidabile entertainer; la sua danza disperata, sempre sospesa su un abisso. Agli occhi di chi lo ha conosciuto rappresentava la possibilità che in scena tutto potesse accadere ed esplodere.
Best Regards, è la lettera che Marco D’Agostin scrive, con dieci anni di ritardo, a qualcuno che non risponderà mai. È un modo per dire: Dear N, I wanted to be too much too.
Come ha osservato Ottavio Fatica, «le lettere giunte in ritardo mettono sotto accusa il tempo per non essere la durata assidua che si postula, bensì costellazione, via lattea d’istanti». D’Agostin pone dunque agli spettatori la stessa domanda: come cominciamo questa lettera impossibile, noi che abbiamo già esaurito il tempo a disposizione?