La performance di Sara Sguotti – artista ospite dell’edizione precedente del Festival – è un nuovo lavoro nato e costruito assieme alla scrittrice, insegnante e sound designer Arianna Ulian, che trova spazio presso la sede espositiva della Fondazione Musei Civici di Venezia di Forte Marghera.
Un montaggio di parole, suoni e gesti attorno all’immagine di una crepa: smottamento ma anche apertura, ferita eppure feritoia per corpi che si accostano, diversi ma appartenenti allo stesso lembo: scivolano, glissano, attraversano un tempo di conservazione tra ciò che è definito vivo e ciò che è definito morto: lo mutano, lo invertono. La crepa si apre con il suono: schiocco, bruito o schianto. É un evento irreversibile, divide lo spazio e segna il tempo. Bisogna progettare movimenti e trovare parole per comprendere la sua ambivalenza: la crepa apre la possibilità che filtri la luce, che l’acqua fluisca, che i lembi si assestino in una nuova configurazione.
Il lavoro di Sara Sguotti e Arianna Ulian celebra e allo stesso tempo maledice il mutamento dei corpi, segnati da crepe dentro e fuori, disassati, soggetti a degenerazione, orientati a crepare; ma in questa celebrazione/ maledizione isola un ritmo pulsante, tenace e consapevole che testimonia l’irriducibile meraviglia dell’essere corpi. Ideato in relazione costante con gli spazi che lo ospiteranno, Crepa allude alla condizione effimera di ogni vivente.