Di un regista famoso come Federico Fellini – pluripremiato con Oscar, Leoni, Palme d’oro – si è scritto tutto e il contrario, per ogni aspetto del suo straordinario orizzonte artistico-visionario, compreso il sempre autoproclamato provincialismo riminese. Forse non rimaneva che pensare di scrivere qualcosa a proposito di un’altra provincia, anzi di una regione, il Veneto, nei suoi “incontri ravvicinati” con località, artisti, persone, personaggi storici, amici e studiosi, con le diverse inflessioni dei dialetti veneti e anche con Venezia.
Il volume di Fabrizio Borin propone proprio una lettura “veneta” di scene e sequenze di alcuni film di Fellini (Rimini, 1920 – Roma, 1993), un doveroso omaggio a trent’anni dalla scomparsa del regista.
Mirco Melanco (Università di Padova) e Marco Dalla Gassa (Università Ca’ Foscari Venezia) conversano con l’autore.
L’attore Agostino Santolin legge alcuni brani da La mia fuga dai piombi di Giacomo Casanova.
Fabrizio Borin, già professore di Storia e critica del cinema e di Filologia cinematografica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è componente del Comitato scientifico del Fondo Nino Rota conservato presso la Fondazione Giorgio Cini. È direttore artistico del Premio Internazionale Mattador per la Sceneggiatura di Trieste.