Una serata dedicata alla musica di Antonio Vivaldi, affidata a uno dei massimi esperti del Prete rosso, Federico Maria Sardelli. È il programma del prossimo appuntamento della Stagione Sinfonica 2023-2024 della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, che si svolgerà al Teatro Malibran venerdì 14 e domenica 16 giugno. Il maestro – direttore d’orchestra, compositore, flautista, musicologo, pittore, incisore e autore letterario, ospite regolare delle più importanti istituzioni musicali, oltre che membro dell’Istituto Vivaldi della Fondazione Giorgio Cini di Venezia e responsabile del catalogo vivaldiano (rv) – condurrà l’Orchestra del Teatro La Fenice nella doppia veste di direttore e solista al flautino e al flauto traversiere, affiancato dal violino principale di Roberto Baraldi e dalla voce solista del soprano Michela Antenucci. La serata ‘vivaldiana’ proporrà uno spaccato di vita musicale nell’Ospedale della Pietà di Venezia, il convento orfanotrofio per il quale Antonio Vivaldi (1678-1741) visse e lavorò per circa quarant’anni, tra il 1704 e il 1740. Il programma prenderà le mosse dal Concerto in re minore per violino principale, organo e archi e basso continuo rv 541, uno dei tanti esempi di quel repertorio strumentale, non necessariamente religioso, nato per fungere da coronamento a momenti liturgici. A questo brano farà seguito una sequenza di pezzi prevalentemente sacri, per sottolineare come la musica liturgica fosse uno dei principali centri dell’attività di Vivaldi, oltre, naturalmente, al corpus teatrale. In quest’ottica è inserito subito dopo il famoso mottetto In furore giustissimæ iræ rv 626, uno dei più fortunati di quei tempi. E poi il Concerto per la Solennità di San Lorenzo rv 556, una vera e propria festa strumentale, dove è ostentata una mirabile tavolozza di colori e di timbri orchestrali, suddivisi tra violini, flauti, clarinetti e fagotto. Questo brano fa parte dei concerti festosi che Vivaldi stesso denomina «per molti strumenti» o «con molti strumenti», scritti per solennizzare occasioni importanti, grandi eventi liturgici oppure la visita di un principe di passaggio. Si passa poi all’aria «Sempre copra notte oscura» rv 738, l’unico cenno del programma all’attività teatrale di Vivaldi. È un frammento dal celebre Tito Manlio, una di quelle opere-caleidoscopio in cui Vivaldi utilizza un gran numero di strumenti concertanti. A seguire, ancora musica sacra con il Concerto in do maggiore per due clarinetti e due oboi rv 559: a tal proposito è bene ricordare che Vivaldi fu il primo e l’unico in Italia a scrivere per clarinetto, lo strumento coniato poco tempo prima a Norimberga da Johann Cristoph Denner e solo in seguito perfezionato. Nel 1716, quando Vivaldi lo utilizzò per la prima volta, era una novità assoluta. Infine, con il Laudate pueri (rv 601), si ritorna al Vivaldi sacro, con uno dei tanti salmi da lui composti: si tratta di un’opera molto strutturata, con il flauto traversiere come strumento concertante.