«Per gli amanti del glicine e del sole: piccolo castello medievale italiano, sulle coste del Mediterraneo, affittasi ammobiliato per il mese di aprile», così recitava l’annuncio del Times e così nacque l’idea.
In Incanto d’aprile, portato in scena dalla compagnia veneziana Bottegavaga al Teatrino Groggia, quattro signore inglesi, senza mariti e senza conoscersi tra loro, partono per l’Italia per regalarsi una vacanza da sogno, in quello che ai loro occhi appare un vero paradiso. Oltre al grigiore e al freddo di Londra, ognuna di queste donne ha la propria infelicità da scrollarsi di dosso, ed è in Liguria, tra antiche mura ricoperte di meravigliosi fiori profumati, con i raggi del sole a danzare sul mare, che si compie l’incanto: quattro solitudini confluiscono in un armonico microcosmo di donne che, seppur diversissime tra loro, diventano spiriti affini al punto di arrivare a completarsi l’una con l’altra.
Ispirato al romanzo The Enchanted April di Elizabeth Von Arnim del 1922, lo spettacolo fa parte del percorso di Pedagogia della Gioia, che Bottegavaga ha intrapreso da qualche anno: «riteniamo – si legge nelle note di regia – che la ricerca della felicità (ovvero la piena fioritura dell’essere umano) sia alla base della salute dell’individuo e della comunità. La nostra personale ricetta per stare bene è il teatro: un teatro che sprigioni energia vitale e che parli dritto al cuore. Un teatro che spalanchi le porte alla speranza e che rinnovi, in artisti e spettatori, il desiderio di vita e di bellezza».