«Marco se n’è andato e non ritorna più/ e il treno delle sette e trenta senza lui/ È un cuore di metallo senza l’anima/ Nel freddo del mattino grigio di città…».
Sicuramente l’avete letta cantando… Sono passati trent’anni da allora, e chissà se e quanto quel Marco se ne sarà pentito. Ma certamente non ha rimpianti Laura, che per l’appunto trent’anni fa, il 27 febbraio del 1993, caschetto nero lungo alle spalle, giacca scura dal taglio maschile, giovanissima, 18 anni appena, faccia pulita acqua e sapone, trionfa con La solitudine a Sanremo, sezione Nuove Proposte: un brano destinato a diventare un classico, oltre che dolce e consolatoria colonna sonora di molti, moltissimi cuori infranti.
Una vittoria che rappresenta l’inizio di un sogno per la giovane Laura, che ha iniziato a cantare con il papà Fabrizio nei pianobar già a 13 anni e ora si vede spalancate le porte del successo. Da quel momento la cantante di Solarolo non si ferma più, piedi ben piantati in terra, e tanta voglia di lavorare, imparare e farsi conoscere, l’hanno portata ad inanellare un successo dopo l’altro, in patria e all’estero, dove diventa l’artista italiana più ascoltata.
Canta in italiano, portoghese, inglese, francese, spagnolo, conquista l’Europa, gli States ma soprattutto l’America Latina, i suoi brani registrano vendite e successo strepitosi. Colleziona tour mondiali, importanti premi, collaborazioni con star internazionali del calibro di Madonna, Phil Collins, Michael Jackson, Kylie Minogue, Miguel Bosé, Gloria Estefan, Michael Bublé, Ray Charles, Juan Gabriel, James Blunt e finisce pure per essere invitata a cantare alle nozze di Barbara Streisand, per dirne qualcuna. Nel 2006 è la prima italiana a ricevere un Grammy Award nella categoria Miglior Album Pop Latino dell’anno con Escucha atento (in Italia l’amatissimo Resta in ascolto).
Nel 2007 altro record: Laura è la prima – orgogliosissima – artista donna a salire sul palco di un San Siro che la acclama a gran voce e, sotto una pioggia battente, regala ai suoi fan un concerto che entra nella storia.
Nel 2021 ottiene addirittura una candidatura all’Oscar per Io sì, colonna sonora del film La vita davanti a sé, con Sophia Loren.
Una donna da guinness Laura, e lo ha dimostrato pochi mesi fa di nuovo, quando per celebrare questo importante anniversario, nella notte tra il 26 e il 27 febbraio scorso, ha tenuto in 24 ore tre concerti uno dopo l’altro, partendo da New York, passando per Madrid per giungere a Milano con il gran finale, una vera e propria sorpresa per tutti i suoi fan. E i festeggiamenti per i 30 anni di carriera proseguono con un altro concerto destinato a entrare nella storia: l’anteprima del suo World Tour, che vedrà per la prima volta la Pausini salire su un palco in Piazza San Marco, con la città di Venezia a farle da incomparabile quinta.
«In questi 30 anni, credo di aver fatto quasi mille concerti – racconta Laura – e il live è il motivo principale per cui amo questo mestiere. Lo chiamo così con fierezza, perché la musica è una cosa seria. Parte da una passione e quando si ha la fortuna e il talento per farlo diventare il tuo lavoro, ci vogliono molto studio, disciplina, costanza, volontà e sacrificio. Ne vale la pena. Ho imparato questo mestiere sul campo, viaggiando da subito, studiando per cantare in cinque lingue, senza mai darmi per vinta ma comunque facendo molte rinunce. Ne sono sempre orgogliosa! Perché cantare in mezzo mondo in italiano, canzoni scritte da italiani, con spettacoli disegnati da italiani, è un brivido, ogni volta…».
E sarà un brivido incancellabile sicuramente anche questa volta, tanti auguri Laura! Noi siamo già in ascolto…