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MAURO COVACICH | KAFKA

VEZzaMente – Lezioni&Dialoghi
lunedì
16 Settembre 2024
alle 18:30

Nel segno di Franz Kafka, con il reading scenico di uno dei più amati autori italiani – lo scrittore Mauro Covacich, che a Kafka ha dedicato anche l’ultimo volume uscito in primavera per La nave di Teseo – si inaugura lunedì 16 settembre il cartellone di Lezioni&Dialoghi VEZzaMente, un programma di incontri promosso dalla Rete Biblioteche del Comune di Venezia, costruito intorno al nuovo polo culturale bibliotecario inaugurato il luglio scorso, ad ampliamento della storica Villa Erizzo, sede della Biblioteca Civica VEZ che ha raddoppiato gli spazi, aggiungendo un’estensione di oltre 1000 m² .

«Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?» A partire da questo pensiero già definitivo, di un Franz Kafka appena ventenne, Mauro Covacich insegue lo scrittore praghese, una parola dopo l’altra in un flusso appassionato di pensieri e letture, un corpo a corpo tra vita e letteratura. Dopo i tre monologhi dedicati a Svevo, Joyce e Saba, Covacich continua così la sua “autobiografia per procura”. Non era la lingua madre, quella usata abitualmente da Kafka, ma il tedesco dell’impero austro-ungarico imparato a scuola. Questa estraneità rispetto alla vita, rispetto all’amore, rispetto al padre Hermann e alla famiglia, scolpisce la scrittura e l’immaginario con cui Kafka ha concepito i suoi capolavori, ma anche le pagine di diario in cui annota i sogni, i libri letti, le serate con gli amici e le visite ai bordelli. E proprio in un postribolo della Trieste teresiana, Franz potrebbe avere incontrato James Joyce. Il soggiorno triestino di Kafka rivive nell’indagine di Covacich, fino agli archivi delle Generali dove la grafia del praghese sembra seguire l’alienazione di un lavoro d’ufficio che non lasciava spazio alla letteratura. Con la complicità con cui si guarda a un fratello, e sul filo rosso delle musiche originali di Francesco Antonioni, Mauro Covacich segue Kafka nel vento dell’est, rincorre le inquietudini della mente di un genio che non avrebbe voluto essere letto, e che qui rivive “la certezza di non essere una chimera”.

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