La Stagione di Musikàmera prosegue con un concerto d’eccezione ospitato per l’occasione nella Sala Grande del Teatro La Fenice: protagonista è il musicista russo Michail Pletnev, tra le più grandi leggende viventi del pianoforte, con un recital che offre all’ascolto pagine di Frédéric Chopin e Alexander Skrjabin. Brillante pianista, ricercatissimo direttore d’orchestra e grande compositore, Pletnev è un artista che sfida qualsiasi classificazione convenzionale. Il programma della serata sarà interamente dedicato al “preludio”, genere musicale che trova nell’800 la sua autonomia, liberandosi dalla tradizionale funzione introduttiva e acquisendo, nella sua fulminante brevità, una libertà formale che ne fece una delle composizioni predilette del pianismo romantico. Quando all’inizio dell’Ottocento i due libri del Clavicembalo ben temperato composti da Johann Sebastian Bach nel 1722 vennero finalmente pubblicati, l’idea dei ventiquattro pezzi in ventiquattro tonalità colpì fortemente l’immaginazione e dei compositori e del pubblico. I 24 Preludi op. 28 di Fryderyk Chopin furono spesso, nel corso degli anni e dei secoli a venire, indicati come “degni successori” dei Preludi di Bach e restano uno dei più celebri capolavori della letteratura pianistica. Chopin li compose nel 1838 a Maiorca, quando per sfuggire al clima di Parigi e alla curiosità morbosa che suscitava la sua relazione con la scrittrice George Sand, si trasferì sull’isola in compagnia della donna. La pubblicazione dei Preludi provocò molto scalpore nell’ambiente musicale dell’epoca, principalmente per due motivi: da una parte, Chopin sfidava qualsiasi regola classica, votando le sue creazioni a una mancanza di forma evidente, e dall’altra, derogava alle convenzioni del periodo per la breve durata delle composizioni. Modellati su quelli di Chopin sono i 24 Preludi op. 11 di Alexander Skriabin, che seguono la stessa sequenza di tasti alternando le chiavi maggiori con le relative minori e seguendo il circolo delle quinte ascendente, considerati una serie eccezionale tra i primi lavori di Skrjabin, con numeri facili e difficili.