Le rarità tendono ad attirarsi reciprocamente. Ad esempio, tra le opere composte da donne nell’Ottocento ‒ molto meno numerose di quelle dei loro colleghi maschi ‒ si trovano spesso brani per strumenti poco amati al di fuori dell’orchestra sinfonica. Questo vale per il flauto, ma anche per il clarinetto, che ha trovato un terreno di espressione particolarmente fertile in Louise Farrenc, Augusta Holmès e Rita Strohl. Come sostituto del violino nei trii con pianoforte o come strumento solista accompagnato, il flauto ci fa dimenticare che il suo posto abituale è piuttosto nella musica militare ed entra a pieno diritto nei salotti, distillandovi la dolcezza e il virtuosismo che lo caratterizzano.