Nel corso di oltre cinquant’anni, Luigi Ferrigno ha osservato e documentato Venezia, superando gli stereotipi da cartolina e restituendone l’unicità e le molteplici contraddizioni. Uno sguardo attento, capace di entrare nelle pieghe della quotidianità, di soffermarsi sullo scorrere del tempo e sui temi di un’Italia divisa, negli anni del dopoguerra, tra l’euforia della libertà e le difficoltà della ricostruzione. Ma anche un approccio discreto, che restituisce scorci inattesi e punti di vista mai scontati, iscrivendo appieno Ferrigno nel solco di quella che viene definita “fotografia umanista”.
La mostra Appunti fotografici. La Venezia di Luigi Ferrigno, a cura di Lorenza Bravetta alla Fondazione Querini Stampalia, presenta per la prima volta al pubblico un insieme organico dell’attività di questo fotografo che attraversa la seconda metà del Novecento e si affaccia al nuovo millennio. Un racconto in punta di piedi fatto di istantanee che, come appunti presi nel corso di tutta una vita, restituiscono uno scrigno prezioso per rileggere la Venezia contemporanea. È qui che si sviluppano e si intrecciano la sua vita – matrimonio, nascita della figlia, quarant’anni di lavoro in vetreria – e l’attività di fotografo amatore attraverso tre fasi temporali e stilistiche che si riflettono in altrettante sezioni in mostra, che inizia e si conclude con due paesaggi, solo apparentemente diversi e lontani tra loro. Luigi Ferrigno sceglie il linguaggio della fotografia per raccontare una storia, la sua e quella di una città, con le piccole e grandi trasformazioni che, nell’ultimo mezzo secolo, l’hanno segnata.