I soggetti preferiti di Chantal Joffe (1969) sono le donne, eroine immortalate in diverse fasi della loro vita: bambine, ragazze, donne mature, molto spesso sé stessa, a volte insieme alla madre e alla figlia. In una scala che va da pochi centimetri quadrati a tele monumentali, l’artista parte da fotografie e, utilizzando pennellate ampie e fluide, anima le sue protagoniste. Sono ritratti che emergono prepotenti, ma al contempo intimi e sempre giocati sul filo dell’ironia, testimoni silenti ma emblematici delle preoccupazioni di donne di diversa estrazione sociale. La sua è la consapevolezza dell’osservare e dell’essere osservati.
Il progetto espositivo The Eel è il risulto finale della residenza estiva presso lo studio di Victoria Miro. La chiarezza, l’onestà e l’empatia dell’artista si traducono in arte complessa e ricca di emozioni, che si interroga e suscita quesiti. Le nuove opere sono autoritratti, dipinti della figlia Esme, nature morte che si stagliano sullo sfondo di una città, Venezia, che diventa luogo di magnificenza, stimolo, piacere, eccesso e decadenza, sovrapponendosi all’infinito.