Passaggio di testimone: Artemisia Gentileschi e la sua Cleopatra lasciano Palazzo Cini per ritornare alla Collezione Cavallini Sgarbi e il suo posto viene subito occupato da un nuovo prestigioso ospite, Bernardo Bellotto con la sua Veduta di Varsavia con la chiesa di Santa Croce, 1778, proveniente dal Museo del Castello Reale di Varsavia. La Galleria di Palazzo Cini a San Vio dal 14 luglio apre le porte a Bellotto, nipote e allievo di Canaletto, considerato uno dei più importanti vedutisti europei del suo tempo per le sue opere di altissima qualità artistica e di eguale valore storico.
A Dresda viene chiamato come pittore di corte, in una città messa a dura prova dalla Guerra dei Sette Anni, vi rimane dal 1762 al 1766, tuttavia presto si trasferisce a Vienna invitato dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Dopo un breve passaggio a Monaco di Baviera e un nuovo ritorno a Dresda, Bellotto si trasferisce definitivamente nella Varsavia del re Poniatowski, segnata da un profondo conflitto sociale, capitale di un Paese in grave declino politico ma pulsante di vita. Qui immortala la città – e la Veduta ora in mostra – con la precisione di un fotoreporter, riesce a catturare anche lo spirito di quella magnifica capitale: la combinazione di Barocco e Medioevo, la vitalità degli abitanti, il cielo e la sua luce. Il suo stile rispecchia quello dell’illustre zio, la luce è cristallina e i particolari perfetti, con il passare del tempo però diventa via via più contrastato, esalta il chiaroscuro e gioca sugli effetti di luci e ombre.