È una Venezia inedita quella che Ugo Carmeni, salito con la sua macchina fotografica su impalcature di palazzi e chiese veneziane in restauro, documenta e mappa restituendo una narrazione visiva di forte impatto. Protagoniste le superfici architettoniche, i rilievi, le luci e le ombre, la vera pelle di Venezia che emerge nella sua bellezza abbagliante e fragile. In bilico tra documentazione tecnico-scientifica e restituzione estetica che diventa progetto artistico, Ugo Carmeni esplora e registra la varietà cromatica degli intonaci, la tessitura dei muri, le trame delle coperture, i rilievi scultorei, focalizzandosi sugli effetti del tempo che passa sulle pietre della città. E proprio la stretta correlazione tra il lavoro fotografico e il tempo diventa il filo conduttore dell’esposizione Venice Mapping Time, a cura di Daniela Ferretti e Dario Dalla Lana, in corso negli spazi espositivi di Palazzo Grimani. Ogni immagine viene presentata con il titolo che indica l’istante esatto in cui la foto è stata scattata, senza dare alcuna indicazione sulle coordinate spaziali e identificative del manufatto ritratto. Le 67 opere in mostra non sono semplici fotografie, ma ingrandimenti di particolari stampati su carta di cotone di grande formato, lucidate a mano con diversi strati di cera per esaltarne la vividezza e applicate a pannelli di alluminio montati su telaio in legno.