Una mostra antologia che pone al centro le opere vincitrici delle quattro annate storiche del Premio Burano (1946-56) all’interno di un panorama più ampio, più di 70 opere, della pittura di paesaggio lagunare dei maestri fondatori della celeberrima e omonima Scuola.Le opere premiate e acquistate allora dal Comune di Venezia, conservate presso la Fondazione Musei Civici, sono infatti un tangibile omaggio alla nascita di questa Scuola fiorita spontaneamente nell’isola a partire dal 1910 sul modello di quella bretone di Pont-Ave per merito dei pittori Umberto Moggioli, Gino Rossi, Luigi Scopinich e Pio Semeghini.La conoscenza diretta dei fondatori della “Scuola di Burano” dei paesaggi e degli artisti facenti capo alla Bretagna si tradusse in una sorta di gemellaggio culturale tra le due cittadine di Pont-Aven e Burano. In essi l’ispirazione al soggetto appare come trasfigurata dalla sensibile memoria dell’artista, tanto da poter parlare della nascita a Burano, intorno al 1910, di un nuovo movimento artistico post-sintetista denominato, appunto, “Scuola di Burano”. Esso fu caratterizzato, in sostanza, da opere d’arte che raffigurano la sintesi formale di un soggetto reale elaborato non come specchio della realtà, ma come ricordo o visione interiore. Il primo ad intuire il rilievo culturale di questo nuovo movimento artistico fu Pieretto Bianco che ne dichiarava implicitamente la nascita presentando nella Biennale veneziana del 1910 il suo trittico Paese di pescatori: saranno poi i critici Gino Damerini, Orio Vergani, Giuseppe Marchiori e Guido Piovene a confermarlo.