Con Shattering Beauty, ospitata al piano terra del Museo del Vetro di Murano, l’indagine artistica di Berger mette alla prova il vetro spingendolo fino al suo limite, la rottura.
La ricerca di sempre nuovi artisti che trovano nel vetro il linguaggio ideale di espressione della propria arte, operata ormai da moltissimi anni da Adriano Berengo con la sua Fondazione e nella sua fornace, continua a mettere Murano al centro del contemporaneo.
A fine gennaio, per l’inaugurazione della mostra Shattering Beauty, curata da Sandrine Welte e Chiara Squarcina, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e Berengo Studio, ospitata al piano terra del Museo del Vetro di Murano, l’artista svizzero Simon Berger (1976) ha prodotto live la sua opera, al centro dello spazio, circondato dai suoi cubi di vetro e dallo stupore degli invitati. È in quell’esatto momento che letteralmente si sono frantumate tutte le certezze sul vetro. L’indagine artistica di Berger, sfidando la tradizione muranese della soffiatura, mette alla prova il vetro spingendolo fino al suo limite, la rottura. Il rumore ritmico del suo martello contro la lastra di vetro e la progressiva e minuziosa frantumazione della stessa, trasformano la superficie, un’intricata rete di crepe e fratture, in un volto umano.
Vedere Simon Berger plasmare le proprie opere a colpi di martello ha un impatto travolgente, in cui l’atto di distruzione si trasforma in un atto di estrema bellezza. Il suo approccio inedito alla materia trova proprio nella fragilità della lastra di vetro la sua più grande forza. Nelle sue mani il martello non è uno strumento di distruzione ma piuttosto un amplificatore di effetti: più i colpi sono ravvicinati e brevi, più forti sono i contrasti e le sfumature. L’artista ‘disegna’ ragnatele che diventano insenature di luce, la ‘tela’ trasparente diventa così lo sfondo di affascinanti dipinti vitrei. Le crepe e le rotture sono per Simon Berger linee di indagine sui modi di vedere e percepire il mondo, mentre le superfici di vetro si trasformano in un riflesso di chi le guarda. I suoi ritratti/scultura appaiono tra cubi di vetro di diverse dimensioni che occupano lo spazio espositivo creando un’installazione unica e imperdibile.