Per l’appuntamento inaugurale di Biennale Musica il Leone d’Oro, Giorgio Battistelli, e quello d’Argento, l’ensemble Ars Ludi, portano alla Fenice un progetto condiviso: Jules Verne.
Un’apertura al centro della musica alla Fenice il 14 settembre, con l’opera Jules Verne di Giorgio Battistelli in prima esecuzione assoluta della versione italiana. Un inedito e affascinante incontro tra il Leone d’oro Battistelli e quello d’argento, il trio di percussionisti Ars Ludi, ovvero Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri. Battistelli, che cura la regia, ha concepito l’opera come un’immaginazione in forma di spettacolo per trio di percussioni, tre voci, tromba e pianoforte. Verne è un autore che ha sempre esercitato un grande fascino su Battistelli, con i suoi racconti che esaltano la dimensione immaginifica di impossibili viaggi in luoghi fantastici. In questo lavoro Verne viene omaggiato dai tre eroi della sua letteratura: il Professor Lidenbrock di Viaggio al centro della Terra, il Dottor Ferguson di Cinque settimane in pallone e Capitano Nemo di Ventimila leghe sotto i mari, simboli del rapporto tra l’uomo e la terra, l’aria, il mare. I protagonisti s’incontrano in un salotto arredato con gli attrezzi necessari al compimento delle loro avventure e ognuno racconta la propria storia, cercando di convincere gli altri di essere lui il personaggio prediletto dallo scrittore.
L’opera, che può essere interpretata da tre musicisti-performer cui viene richiesta una surreale azione teatrale, oppure da un ensemble di musicisti e performer dove i ruoli vengano ridistribuiti tra più interpreti, termina con Lidenbrock, Ferguson e Nemo che si uniscono in coro cantando, giocando e suonando come bambini. Uno strumentario di oggetti sonori bizzarri è protagonista di questo finale onirico ed esilarante: una catena issata dal suo argano, una vasca piena d’acqua da prendere rumorosamente a pedate, una vela da agitare bruscamente, mattoni che vengono scompigliati, ghiaia da calpestare capricciosamente. Mentre alla tromba, alla marimba, al pianoforte e su un ventaglio di percussioni grandi, piccole e strane gli interpreti devono dar prova di virtuosismo musicale. Per la regia alla Fenice Battistelli ha voluto compiere un lavoro in cui viene esaltata la sua capacità di teatralizzare il gesto esecutivo, compiendo un’esplorazione della quotidianità con la forza dell’immaginazione, fino a trasformarla in una realtà compositiva poetica e funambolica. Ideali interpreti di questa nuova visione del teatro percussivo sono gli Ars Ludi Caggiano, Rossi e Ruggeri, musicisti istrionici e carismatici che vivono ogni impegno performativo come un’esperienza esistenziale da condividere, con divertimento e complicità, comunicando al pubblico il senso della necessità e della gioia di essere in scena, muovendosi agilmente in un set mirabolante che è il loro mondo, dimora ideale di ogni cacciatore di suoni. E le motivazioni portate per il conferimento del Leone d’oro a Battistelli, ovvero «per il suo lavoro di teatro musicale sperimentale e la sua intensa produzione operistica…» unite a quelle per il Leone d’argento all’ensemble Ars Ludi «per il virtuosismo esecutivo e la capacità di trasformare il mondo percussivo in un’avvincente Machina Mundi» non possono che trovare sintesi perfetta nello spettacolo inaugurale di Biennale Musica.
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