Anime fragili

Pier Luigi Pizzi torna a misurarsi con Tennessee Williams
di Katia Amoroso

L’infaticabile Pier Luigi Pizzi alla soglia dei 94 anni porta in scena il capolavoro di Tennessee Williams, Lo zoo di vetro, dal 18 al 21 aprile al Teatro Goldoni. Pizzi in passato si è già dedicato ad altre opere del drammaturgo e scrittore americano, portando sul palcoscenico Un tram chiamato desiderio e la commedia La dolce ala della giovinezza. Tennessee Williams possiede, secondo Pizzi, una «straordinaria abilità nel costruire personaggi femminili al limite del delirio, sul bordo dell’abisso». Il regista ha dichiarato che come nei suoi ultimi allestimenti operistici, anche per questo nuovo spettacolo si è molto ispirato al lavoro di Fabrizio Clerici, pittore raffinato e scenografo italiano degli anni Cinquanta. L’opera teatrale di Tennessee racconta la vicenda di Amanda e dei suoi due figli, Tom e Laura, ragazza timida e claudicante, negli anni Trenta. Amanda, abbandonata dal marito, deve affrontare le difficoltà, i timori e le ansie che le derivano dal desiderio di assicurare un futuro sereno ai suoi ragazzi, oscillando sempre tra il tenero e l’eccessivo. Laura, resa zoppa da una malattia e divenuta introversa e chiusa, è come intrappolata in un mondo di illusioni e passa tutto il suo tempo ad ascoltare vecchi dischi, leggere romanzi e soprattutto accudire una collezione di animaletti di vetro. Tom lavora in una fabbrica di scarpe per mantenere la famiglia, ma la vita noiosa che conduce lo rende irascibile. Il ragazzo tenta senza successo di diventare un poeta e cerca conforto recandosi al cinema a tutte le ore della notte, per vivere qualche avventura almeno con la fantasia. Questo scatena l’ansia di Amanda, che teme che il figlio sia un alcolizzato come il padre. Amanda cerca continuamente rifugio nella memoria,  in un passato radioso, quando era giovane e bella, amata e desiderata da tutti. Un passato che non può più tornare e che desidera rivivere attraverso sua figlia. Anche per questo motivo la vorrebbe un po’ più simile a lei, vorrebbe in qualche misura alterare la natura della figlia. Sogni, paure, rimorsi, oppressione, illusioni concentrati in un unico testo capace di toccare l’anima degli spettatori, poiché è un racconto di persone fragili e intrappolate. Mariangela d’Abbraccio interpreta il personaggio di Amanda, determinata a far sposare la figlia Laura, ossessionata dalla sua collezione di animali di vetro. Tre solitudini, fragili e meravigliose come delicati giocattoli di vetro che sognano un’altra vita.

 

Immagine in evidenza: Pier Luigi Pizzi

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