Arte in movimento

Al Teatrino di Palazzo Grassi i quattro giorni de Lo Schermo dell’Arte
di Mariachiara Marzari

Dal 6 al 9 marzo, il Teatrino di Palazzo Grassi ospita Lo Schermo dell’arte, rassegna dedicata al cinema d’artista e ai documentari sull’arte contemporanea. In programma performance, sperimentazioni digitali e film su figure iconiche come Ernest Cole e le artiste radicali dell’America Latina.

Sempre più protagonista dei festival internazionali, il film d’artista, in cui arte contemporanea e linguaggio del cinema si fondono, è diventato un vero e proprio cult. Lo sviluppo delle immagini in movimento in Italia deve certamente riconoscere un ruolo di primo piano a Lo Schermo dell’arte – Festival di cinema e arte contemporanea, che dal 2028 si è prefissato la missione di scoprire talenti emergenti a livello internazionale e di approfondire nuovi linguaggi espressivi. Svoltosi a Firenze a novembre scorso, il Festival sbarca come ogni anno a Venezia, dal 6 al 9 marzo al Teatrino di Palazzo Grassi, con una selezione di documentari dedicati ai protagonisti del mondo dell’arte e film d’artista.
Si parte il 6 marzo con una performance live: alle ore 18 l’artista americano John Menick in Edge of Life parla con un computer senziente della possibilità dell’immortalità digitale, una strana indagine su come il digitale trasforma i confini del vivente. Alle 19, passa invece sullo schermo La Gola (Svizzera, Germania, Austria, UK, 2024, 22’22’’) di Diego Marcon, melodramma epistolare tra due bambole iperrealistiche animate digitalmente. Segue, alle 19.30, Duck (UK, 2024, 16’30’’) di Rachel Maclean, prima esplorazione dell’artista scozzese nel mondo dei deepfake. Fondendo elementi dal cinema classico di Hollywood, dai videogiochi, dai film noir e dalla fantascienza, l’artista scambia la sua voce e il suo volto con quelli di Marilyn Monroe e Sean Connery, riportati sullo schermo tramite l’intelligenza artificiale. The Book of Flowers (Romania, 2023, 9’35’’) di Agnieszka Polska, alle 19.50, è un racconto tra il documentario e il fantascientifico che riflette sulla nozione di “ambiente” sia come costrutto organico che sociale. In Alreadymade (Paesi Bassi, 2023, 82’) di Barbara Visser, alle 20, originalità, autorialità e identità vengono messe in discussione, proprio come Fountain di Marcel Duchamp fece un secolo fa. Il film offre una riflessione su ciò che trasforma un oggetto in arte.

Ernest Cole: Lost and Found, by Raoul Peck (Francia, USA, 2024)

Il 7 marzo si continua con due nuovi titoli: Time (USA, 2020, 81’) di Garrett Bradley, alle 18, proiettato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2020, storia d’amore intima ma epica girata nell’arco di due decenni; e Radical Women (Brasile, 2023, 71’) di Isabel Nascimento Silva, alle 19.30, un documentario sulle pratiche radicali e femministe di artiste in America Latina e di artiste latine negli Stati Uniti, che hanno realizzato opere fondamentali tra gli anni ’60 e ‘80. La regista fa incontrare a New York e San Paolo undici artiste per dialogare e raccontare le loro vite, segnate da autoritarismo, incarcerazione, esilio, tortura, violenza e censura.
L’8 marzo sono in programma: alle 18, Among the Palms, the Bomb, or: Looking for Reflections in the Toxic Field of Plenty (Austria, Germania, 2024, 85’) dell’artista austriaco Lukas Marxt in collaborazione con l’artista serba Vanja Smiljanic, mostra le implicazioni sociopolitiche di un particolare ecosistema del Salton Sea, a sud della California. Alle 19.45, Lolo & Sosaku’ The Western Archive (Spagna, 2024, sonoro, 66’) di Sergio Caballero, esplora l’universo e le opere dei due sound artist, Lolo (Buenos Aires, 1977) & Sosaku (Tokyo, 1976), tra fiction, documentario e cinema d’autore. Il 9 marzo si conclude la selezione con Arte Povera, Appunti per la storia (Italia, 2023, 93’) di Andrea Bettinetti, alle 17. Tra iconici capolavori e filmati originali dell’epoca, prende vita un incredibile resoconto dell’Arte Povera e del suo linguaggio innovativo.
Alle 18.45 chiude Ernest Cole: Lost and Found (Francia, USA, 2024, 106’) del regista haitiano Raoul Peck, film che racconta la vita e l’opera del fotografo sudafricano Ernest Cole (1940–1990) che fu il primo artista a denunciare con coraggio gli orrori dell’apartheid.
Buona visione.

Immagine in evidenza: “Duck”, Rachel Maclean, (UK, 2024)