Burning Falls è il titolo della mostra curata da Fondazione Berengo in collaborazione con Studio Vanmechelen, che la ospita dall’8 aprile al 15 maggio in occasione di Homo Faber, sezione In Città. La lucentezza del vetro di Murano e i toni del marmo di Carrara sono sapientemente accostati da Koen Vanmechelen per ricreare alcune figure chiave della mitologia classica.
Il calore estremo del vetro nel forno è quell’elemento che accende il talento creativo dei diversi maestri nell’arena del fuoco. Come una cascata infuocata dà vita o morte alla vera anima di un’opera d’arte». Così Koen Vanmechelen definisce il suo legame con questa materia ancestrale e al contempo capace di rappresentare il futuro. Dopo l’incredibile successo di critica e di pubblico ottenuto agli Uffizi di Firenze da Seduzione. Koen Vanmechelen, la mostra-evento di Berengo Studio torna a Murano. Pittore, scultore, performer, figura eclettica i cui interessi spaziano dall’antropologia alla bioetica, dalla tutela dei diritti umani alla bio-genetica, Vanmechelen incentra la sua ricerca sui concetti di ibridazione (delle specie animali e vegetali) e contaminazione (delle tecniche espressive e dei materiali).Burning Falls è il titolo della mostra curata da Fondazione Berengo in collaborazione con Studio Vanmechelen, che la ospita dall’8 aprile al 15 maggio in occasione di Homo Faber, sezione In Città. La lucentezza del vetro di Murano e i toni del marmo di Carrara sono sapientemente accostati da Koen Vanmechelen per ricreare alcune figure chiave della mitologia classica: Medusa, la tigre rossa, i polli serpentini, le iguane cornute e altri animali fantastici, già in mostra a Firenze. Questi lavori, realizzati con il supporto dei maestri di Berengo Studio, mettono a fuoco i concetti primordiali, archetipici e antitetici, che da sempre nutrono l’immaginario umano: vita-morte, umano-divino, terreno-spirituale, naturale-artificiale. Accanto a queste opere, alcuni pezzi mai esposti, tra cui i lampadari Formula Segreta, opere complesse che riflettono sull’origine, la decadenza e la rigenerazione di ogni cosa creata, alludendo alla catena evolutiva. L’arte per Vanmechelen è da sempre il tessuto connettivo dell’esistenza umana. Chiarisce, apre prospettive e connette attraverso la diversità.«Lavoro con Koen Vanmechelen da oltre trent’anni – afferma Adriano Berengo, Presidente di Berengo Studio – In queste nuove opere prende il vetro e lo spinge oltre, combinandolo con un altro materiale antico, il marmo, e attraverso questa fusione eleva entrambi i materiali a un nuovo livello artistico. Come artista, non ha paura di sperimentare e questa caratteristica cruciale è uno dei motivi per cui il suo lavoro continua ad affascinarmi».In contemporanea, Fondazione Berengo Art Space ospita anche la mostra SottoVetro promossa da WonderGlass e curata da Jean Blanchaert, uno dei curatori di Homo Faber 2022. Un paesaggio intimo per raccontare la ricetta segreta della creatività di ogni artista dall’esperienza ed esiti radicalmente diversi. In mostra opere di Andrea Anastasio, atelier oï, Bethan Laura Wood, Francesco Vezzoli, Joana Vasconcelos, Moritz Waldemeyer, Nao Tamura, Richard Woods, studiopluz e Thomas Demand. Il concetto dell’esposizione, reso attraverso un allestimento che esalta le opere come unicum, annullando lo spazio intorno ad esse, non riguarda solo l’interazione tra l’opera visibile e il pubblico, ma anche il legame che esiste all’interno dell’opera d’arte tra ciò che viene rappresentato e come viene presentato.
Alberto Cavalli, direttore della Michelangelo Foundation, presenta la seconda edizione di Homo Faber