Durante la cerimonia di apertura del Festival di Berlino, lo scorso febbraio, l’attrice britannica Tilda Swinton aveva parlato del cinema come di «un regno senza confini, senza politiche di esclusione, persecuzione o deportazione. Un grande Stato indipendente intrinsecamente inclusivo immune agli sforzi di occupazione, colonizzazione, acquisizione, proprietà». Mentre assistiamo alla nascita di nuovi e meno luminosi regni, dal palco del Dolby Theatre ci avrebbe confortato sentire un po’ più di rumore. And the Oscar doesn’t go to…
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