Forma e sostanza

Ad ottobre Palazzetto Bru Zane dedica un Festival a Jules Massenet
di Davide Carbone

Jules Massenet, compositore e didatta, ha influenzato profondamente la musica francese, in maniera talmente evidente da passare ogni tanto in secondo piano. Sette concerti a Palazzetto Bru Zane ne ripercorrono la creatività e la vita.

Di natura piuttosto riservata, Jules Massenet probabilmente si stupirebbe nello scoprire una rassegna dedicata a lui, magari chiamato sul palco a dire due parole sarebbe anche capace di declinare elegantemente e umilmente l’invito. Gabriel Pierné, Xavier Leroux, Gustave Charpentier, Augustin Savard, i fratelli Hillemacher, Alfred Bruneau, Paul Vidal, Reynaldo Hahn, Henry Février, Florent Schmitt sono solo alcuni dei suoi tanti seguaci, che porteranno la visione del maestro fino al cuore del XX secolo, consegnando al mondo intero l’immagine di un artista discreto ma ben consapevole dei propri mezzi, professore di composizione al Conservatorio di Parigi e membro dell’Académie des beaux-arts all’età di trentasei anni e con opere che riscuotevano successo internazionale. “Eclettismo” sembra essere la parola chiave del suo stile: la si potrebbe applicare a ciascuno dei suoi lavori, come anche al suo intero catalogo. I suoi soggetti esplorano la storia dall’antichità fino al mondo moderno, sono ambientati sia in Francia sia in regioni esotiche e toccano di volta in volta la tragedia, il dramma naturalista, la farsa o il racconto fantastico. Affronta senza timore la mitologia e i testi della grande letteratura: pur trovando ben presto uno stile suo, Massenet non si rinchiude in una “maniera” e adatta costantemente la propria musica alla storia a cui si deve adattare. Per ottenere un incarico prestigioso o per farsi strada nei teatri lirici è generalmente indispensabile il sostegno di personaggi influenti, membri dell’alta società e vicini al potere.

Durante la Terza Repubblica, questi mecenati hanno ancora un ruolo importante nella definizione delle tendenze estetiche e nella scelta dei compositori da favorire. Tuttavia, grazie al suo percorso accademico impeccabile, ai suoi successi precoci e all’aiuto ricevuto da Ambroise Thomas, Massenet non aveva avuto bisogno di corteggiare i salotti parigini per arrivare al vertice della fama; comincia ad avvicinarsi a questo ambiente solo dopo aver lasciato l’insegnamento (e dopo la morte di Thomas). Non è infatti un caso che il primo concerto del ciclo che Palazzetto Bru Zane gli dedica sia intitolato proprio Dal salotto alla scena: il 1° ottobre alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista arie d’opera e mélodies per voce e pianoforte di Massenet sono affidate alle rielaborazioni di Gabrielle Philiponet (soprano), Marie Kalinine (mezzosoprano), Artavazd Sargsyan (tenore), Philippe-Nicolas Martin (baritono) e Thomas Tacquet al pianoforte per far trasparire come la generazione del compositore fosse desiderosa di raggiungere una certa nobiltà di stile in ogni genere, a prescindere dal contesto in cui la musica incontrava il pubblico. Il concerto Farfalle nere, farfalle bianche del giorno seguente ha come protagonista François Dumont e si concentra sul pianoforte, di cui Massenet fu ottimo interprete, cominciando molto presto a scrivere per il questo strumento (Dix Pièces de genre, 1866) prima di abbandonarlo per dedicarsi anima e corpo a forme orchestrali e liriche.

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