Il nostro presente

Yorke e Greenwood a Ferrara, ancora voi
di F.D.S.

Il rock ipnotico dei The Smile a Ferrara, ripercorrendo le orme dei Radiohead verso percorsi musicali ancora tutti da scoprire e da riscrivere.

Oramai il brand Radiohead è diventato un campo magnetico di forze variabili in continua mutazione, agitate dai singoli componenti, da soli o in compagnia, in cui si privilegia piuttosto che la continuità durevole nel tempo, il processo di transizione curioso ed onnivoro come manifestazione di salute creativa. E mentre Thom Yorke, in questi ultimi anni, si è mosso irrequieto e letale tra dischi a suo nome, colonne sonore (bellissima quella di Suspiria), supergruppi col bassista dei Red Hot Chili Peppers Flea e collaborazioni varie con i leoni dell’elettronica UK, Jonny Greenwood ha applicato il proprio talento alle colonne sonore dei film di Paul Thomas Anderson e Jane Campion, ricevendo due nomination agli Oscar. Ne deriva che, a distanza di sei anni da A Moon Shaped Pool, l’ultimo lavoro siglato Radiohead, porsi ansiose domande sul fatto che la band esista ancora o no, come fanno i critici musicali di professione, appare esercizio non solo inutile, ma anche sciocco davanti alla luminosa bellezza dei lavori del periodo post-Radiohead.

L’ultimo degli avatar risponde al nome di The Smile, e vede la ricomposizione del binomio Yorke-Greenwood insieme a Tom Skinner, il batterista dei Sons of Kemet (uno dei gruppi leader del nuovo jazz inglese la cui guida musicale, Shabaka Hutchings, è un altro caso di scuola di quel metamorfismo creativo che si deve esprimere attraverso continui cambiamenti identitari). La collaborazione tra i due è iniziata in periodo Covid, e quindi ha dovuto privilegiare le condizioni di base della distanza e della velocità produttiva, ma è evidente quanto alla base di questa collaborazione ci fosse il desiderio di uscire dall’isolamento e di tornare a suonare insieme. Ed infatti già a maggio 2021 The Smile si sono esibiti in un evento livestream a Glastonbury e in questi mesi il gruppo sta affrontando un tour estivo in Europa cui seguirà in autunno il tour in Nord America. E a maggio è uscito il loro disco, A Light for Attracting Attention, per la produzione di Nigel Godrich: ebbene, nonostante la presenza di Skinner, che avrebbe potuto fare deviare l’ispirazione dei nostri verso le fascinose contaminazioni del jazz inglese contemporaneo, pare proprio di ascoltare un disco dei Radiohead. Anche se non è un disco dei Radiohead. Sembra che i due si siano messi sopra una collina ad osservare dall’alto i trent’anni di storia della band per riannodare in un’unica trama sonora tutti i differenti aspetti che compongono il DNA Radiohead, dall’urlo post punk alla ballad romantica, dai canti disperati sull’alienazione umana di Ok Computer alle fratturate palpitazioni elettroniche dei tempi di Kid A.

Yorke e Greenwood sono volati come droni sapienti sulla loro storia e hanno saputo trasformarla in un’opera che sta sul confine tra artigianato ed alchimia, tra diario e memoires, tra radici e cambiamento. Forse solo loro potevano riuscire in un’impresa così ardua come interpretare il presente stando così equidistanti tra celebrazione del passato e fughe nel futuro. Il 15 luglio Ferrara Sotto le Stelle piazza l’ennesimo colpo di una programmazione sempre ad altissimo tasso qualitativo.

Ferrara Sotto le Stelle
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