Nuova produzione del Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, la creazione del duo riminese Motus, composto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, I Saw Light è presentata in prima assoluta al Teatro Goldoni dal 29 novembre al primo dicembre, nell’ambito della rassegna collaterale Fuoriserie e inclusa nella rassegna Asteroide Amor di Teatro Ca’ Foscari, nel suo nuovo formato festival AA@FEM.
Protagonisti in scena dieci Allievi neodiplomati dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni, che hanno lavorato con Motus a partire dall’opera di Kae Tempest, straordinario poeta, artista, performer e musicista queer londinese (useremo il pronome maschile, anche se in inglese usa il they/them), già premiato a Venezia nel 2021 con il Leone d’Argento alla Biennale Teatro di ricci/forte.
Il titolo richiama un brano musicale di Tempest tratto dall’album The Line Is a Curve, ma il cuore del progetto pulsa attorno alla raccolta Let Them Eat Chaos (2016), considerata una delle opere più potenti dell’artista britannico. Nelle tredici tracce dell’album omonimo, così come nelle pagine del libro, emerge uno spaccato di vite urbane solitarie, sfilacciate da ansie e paure, alla ricerca disperata di un contatto autentico in un mondo sempre più alienante. Tempest rappresenta sette personaggi svegli nelle loro case alle 4.48 del mattino, colti in un momento di buio interiore e collettivo, dovuto a un malessere globale che si riversa in ogni aspetto della loro quotidianità.
Partendo da questo scenario di solitudine e conflitti interiori, Motus ha invitato i giovani interpreti dell’Accademia a esplorare e incarnare l’essenza della poetica di Tempest. In I Saw Light, i ragazzi mettono in gioco le proprie energie per rappresentare una collettività unita, dove le identità individuali si fondono in una “connessione” più ampia e necessaria. Una connessione che Tempest teorizza anche nel saggio On Connection (E/O, 2022), dove riflette sul bisogno di tornare a contatti reali, oltre le barriere imposte da una società sempre più digitale e competitiva. I Saw Light è un lavoro corale, in cui le parole di Tempest ci guidano ad affrontare la crisi dei rapporti umani e a riaccendere una scintilla di empatia. Non emerge il singolo, ma l’insieme, un coro che diventa voce dirompente di una generazione in cerca di un significato, che sente il peso di un futuro incerto e trova, nella fisicità e nell’energia della condivisione della scena, una possibilità di riscatto.
In un’epoca di solitudini illuminate da finestre nel buio, attraverso i versi di Tempest «Screaming at my loved ones to wake up and love more…», I Saw Light ci ricorda l’importanza di amare e vedere oltre le ombre.