La forza del destino

Basir Mahmood, viaggi di speranza e resilienza
di Redazione VeNews

Scopriamo l’opera dell’artista pakistano, fra le otto video-installazioni prodotte da Fondazione In Between Art Film per la mostra collettiva Nebula, in corso al Complesso dell’Ospedaletto.

Regista e artista, Basir Mahmood divide la sua vita e il suo lavoro tra Lahore e Amsterdam. Le sue opere hanno trovato spazio in numerose istituzioni internazionali di rilievo, tra cui Lahore Biennale, Stedelijk Museum di Amsterdam e Palais de Tokyo di Parigi. Nel 2021 Mahmood ha ricevuto il prestigioso Ammodo Tiger Short Award all’International Film Festival Rotterdam con il film Sunsets Everyday, che affronta il drammatico tema della violenza contro le donne durante la pandemia da Covid 19. In quest’opera come nelle altre, Mahmood, con la sua maestria nella fotografia e nella videoarte, trasforma esperienze ordinarie e straordinarie in sequenze poetiche, esplorando la complessità della vita quotidiana e riflettendo su tutto quello che accade lontano dallo sguardo dello spettatore. Le sue opere si muovono tra i confini della memoria, dell’identità e della migrazione, mettendo in risalto temi cruciali come l’empatia e la disuguaglianza.

Il suo lavoro più recente, commissionato da In Between Art Film per Nebula, dal titolo Brown Bodies in an Open Landscape are Often Migrating (2024), offre una visione innovativa sulle difficoltà e gli ostacoli affrontati dai migranti nei loro viaggi alla ricerca di una vita migliore, esplorando il tema della distanza come condizione intrinseca delle esperienze diasporiche e dell’atto filmico. Collaborando con una troupe cinematografica, Mahmood ha diretto una serie di sequenze basate su video trovati online, registrati da migranti durante i loro viaggi dall’Asia meridionale all’Europa. Questi video offrono uno sguardo sulle sfide che queste persone sono costrette ad affrontare, spesso senza riuscire a raggiungere la destinazione sperata, e forniscono consigli a coloro che devono ancora intraprendere il periglioso viaggio. Nell’opera di Mahmood, i video compaiono su telefoni cellulari o stampati su fogli, creando una narrazione che non rappresenta direttamente le esperienze dei migranti, ma le evoca attraverso l’azione dei membri della troupe. Questi si muovono sfiniti sotto il sole cocente, in un paesaggio secco e arido, permettendo agli spettatori di immergersi in prima persona e percepire il disagio fisico e psicologico che i migranti devono affrontare.

L’opera si fonde con l’ambiente della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, dove i colori del paesaggio naturale presenti nel video si mescolano con i marmi e gli affreschi del luogo sacro, creando un’armonia visiva e simbolica. Inoltre, la colonna sonora, prodotta completamente in studio, accentua la discrepanza tra ciò che si vede e ciò che si sente, tra ciò che appare vicino e ciò che è lontano. Questa divergenza è fondamentale nel lavoro di Mahmood, che cerca di rivelare la verità attraverso la rappresentazione, evidenziando la differenza tra l’immagine come testimonianza e come creazione.
Basir Mahmood si afferma come uno degli artisti più innovativi della sua generazione, utilizzando l’arte come potente strumento per esplorare e discutere questioni sociali e politiche di grande rilevanza.

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