Dal 15 al 17 novembre al Teatro Goldoni, Veronica Cruciani dirige Lodo Guenzi e Sara Putignano in Molto rumore per nulla, uno dei testi più conosciuti di William Shakespeare. Come in molte delle commedie del Bardo, si tratta di una storia giocata su scambi di persona, intrighi, duelli e giochi di parole.
E proprio i giochi di parole vengono ad assumere in questa vicenda un significato fondamentale: l’intera opera si articola infatti su equivoci originati da ciò che i protagonisti dicono. Tutti i personaggi vengono ingannati, truffati dalle parole che loro stessi pronunciano o ascoltano. Quello che Shakespeare mette in evidenza, scrivendo quest’opera, è il potere delle parole e della loro interpretazione, la forza del racconto, in una vicenda in cui vero e falso non sono altro che le diverse versioni di una stessa realtà.
Gran parte di questa tragicommedia ruota attorno alla scrittura di messaggi segreti, allo spiare e origliare conversazioni riservate. Le persone fingono costantemente di essere altro da quello che sono, vengono scambiate per altre persone o sono raggirate continuamente. I due protagonisti dell’opera sono Beatrice, interpretata da Sara Putignano e Benedetto, impersonato da Lodo Guenzi: entrambi hanno tendenze linguistiche che li definiscono. Beatrice è vista (nel pregiudizio dell’epoca) come “bisbetica” a causa della sua “lingua tagliente”. Mentre lo stile di conversazione metaforico di Benedetto è ciò che porta Don Pedro a definirlo “dalla sommità della testa alla pianta del piede tutta allegria”.
A completare il cast un gruppo di giovani attori che contribuisce a rendere al meglio il clima scanzonato dell’opera: Paolo Mazzarelli, Francesco Migliaccio, Marco Quaglia e Romina Colbasso, Lorenzo Parrotto, Davide Falbo, Marta Malvestiti, Andrea Monno e Gianluca Pantaleo.
Da segnalare le scenografie di Anna Varaldo, che alternano la semplicità delle linee nelle strutture mobili alla vivacità delle decorazioni floreali, e il disegno luci di Gianni Staropoli. L’ambientazione ricorda infatti un pop altolocato e creativo con colori sgargianti e costumi di epoche svariate: dall’antica Roma agli anni Cinquanta, dalla Spagna agli anni Settanta, fino a t-shirt e scarpe All Star. Fondendo antichità, tradizione e modernità il messaggio della regista diventa universale. Con una compagnia di attori dinamica e un’ambientazione fresca, l’interpretazione della commedia del Cinquecento diventa parte dell’attualità e del quotidiano. Ingiustizie e pregiudizi ancora forti nei confronti delle donne, l’incomunicabilità tra mondo maschile e mondo femminile, la mancanza di serietà nel gestire i sentimenti altrui e i propri, sono temi e spunti più che attuali.