L’eccezione come regola

Palazzo Diedo, il contemporaneo pulsante firmato Berggruen Foundation
di Massimo Bran

Con l’apertura della mostra Janus, curata da Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture, Palazzo Diedo è entrato nel vivo della programmazione culturale con eventi di livello internazionale.

Tra le molteplici valorizzazioni virtuose che la Biennale produce sul corpo vivo della città, sicuramente un posto di primo piano è occupato dalla composita teoria di palazzi restaurati, e talvolta proprio salvati dal degrado del tempo, al fine di ospitare progetti e mostre collaterali della Biennale Arte stessa. Ultimo di questa crescente sequenza di felici recuperi un imponente edificio sede per anni di una scuola elementare, quel Palazzo Diedo ora ritornato “in vita” grazie allo straordinario intervento voluto dalla Fondazione Berggruen, nuovo player strategico del sistema-arte in città come ben tutti sappiamo. Attraversare questi quattromila metri quadrati distribuiti in quattro piani il giorno della sua inaugurazione nei giorni delle vernici Biennale è stato qualcosa di davvero emozionante. Siamo di fronte ad un percorso rigenerante davvero circolare: recupero riuscito di uno spazio enorme quanto meraviglioso; inaugurazione con una mostra che vede coinvolti una dozzina di artisti contemporanei di assoluto livello internazionale; il progetto concreto di ospitare residenze d’artista, quindi non solo esposizione, ma produzione d’arte; attività ed eventi in continuo divenire tra performances, film, talks, facendo del Palazzo un pulsante centro culturale permanente della città.

Urs Fischer, Omen 2024. Ph. Massimo Pistore. Courtesy Urs Fischer studio and Berggruen Arts Culture – Palazzo Diedo

Con l’apertura della mostra Janus, curata da Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture, in cui undici interventi originali site-specific di altrettanti artisti tutti di grande fama e di riconosciuto valore – Urs Fischer, Piero Golia, Carsten Höller, Ibrahim Mahama, Mariko Mori, Sterling Ruby, Jim Shaw, Hiroshi Sugimoto, Aya Takano, Lee Ufan e Liu Wei – hanno ridisegnato le architetture dell’edificio settecentesco, Palazzo Diedo entra nel vivo della programmazione live con eventi di livello internazionale. Dal 5 al 7 giugno, ospitati da Berggruen Arts & Culture, arrivano in città John Akomfrah, Philippe Starck, Anish Kapoor, Sean Scully, Giulia Andreani, Alison Cole, Amos Gitai, Daniel Birnbaum, Mariët Westermann, solo per citare alcune delle personalità che interverranno durante la tre giorni di Art for Tomorrow 2024. Imperfect Beauty, organizzata dalla Democracy & Culture Foundation. A Palazzo Diedo artisti, direttori di musei, registi, curatori e architetti si confronteranno sul tema della bellezza imperfetta nel corso di una serie di panel incentrati sulle problematiche del mondo contemporaneo. Il 16, 23 e 30 giugno è in programma la proiezione del documentario Taking Venice di Amei Wallach, seguito il 17 giugno dal talk Oneness tra l’artista Mariko Mori e il filosofo Emanuele Coccia e il 21 e 22, in occasione di Art Night Venezia, la maratona di conversazioni e performances dal titolo What is Universalism? New philosophy for a multipolar world. Pensatori di tutti i continenti si riuniranno per due giorni di creazione filosofica in una maratona pubblica di interviste sull’universalismo condotta da Hans Ulrich Obrist. Con la Casa dei Tre Oci, acquisita da Nicolas Berggruen nel 2021 per farne il centro europeo del Berggruen Institute, Palazzo Diedo va a completare un nuovissimo progetto culturale poliedrico e aperto davvero al mondo, che nelle intenzioni della Fondazione Berggruen negli anni dovrà contribuire ad arricchire e ad elevare con concretezza e insieme fertile visionarietà l’immagine e la vita stessa di questa città sempre più fragile, ma al contempo ancora uno degli epicentri culturali del Pianeta.

Immagine in evidenza: Taking Venice di Amei Wallach

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