I “tratti da ricordare” sono gli sguardi – dilatati, fragili, combattivi – di tre giovani artisti originari dell’Africa occidentale in mostra a 193 Gallery fino al 21 agosto.
Il genere del ritratto si è evoluto nella pittura grazie ai maestri europei, ma questo sviluppo non ha incluso ritratti di persone di colore, rari e spesso emarginati nella storia dell’arte. Traits to remember: the aesthetics and politics of black portraits, curata da Brice Arsène Yonkeu, nuova mostra della serie Colore e Materia promossa e ospitata da 193 Gallery, offre un viaggio attraverso i confini dell’arte, per documentarne la diversità e proporre sguardi dilatati. Tre giovani artisti, Sesse Enlangwe Ngeseli, Idris Habib e Bara Sketchbook, tutti originari dell’Africa occidentale, sono i protagonisti di questo nuovo capitolo espositivo. Le loro opere racchiudono un’essenza, una fragilità e allo stesso tempo uno spirito combattivo, fissando le basi per una nuova iconografia contemporanea.I ritratti di Sesse Enlangwe Ngeseli, artista originario della zona anglofona del Camerun, un’aerea in conflitto ormai dal 2016, sono accumunati da un grande occhio che simboleggia l’illuminazione e la presa di coscienza della storia. I suoi personaggi combinano figure surreali e cubiste ad elementi realistici. Potente e impegnato, il lavoro di Idris Habib, artista americano di origine ghanese, mette in discussione l’immagine dell’afroamericano, cercando di promuovere la gente “ordinaria” in una sorta di archivio della memoria collettiva. L’unicità del lavoro di Bara Sketchbook risiede nella sua eredità nigeriana e sierraleonese che cerca di unire nei suoi ritratti. Il suo lavoro è una rappresentazione poetica e visiva della fragilità umana.
Immagine in evidenza: © Bara Sketchbook, © Idris Habib, © Sesse Elangwe Ngeseli