A Udine 27 volte Far East Film Festival: le grandi star del cinema d’Oriente in sala o su schermo per un happening cinematografico imperdibile.
Udine non è una città asiatica, ma ogni aprile la investe il soffio dell’Estremo Oriente grazie al Far East Film Festival, giunto alla ventisettesima edizione. Perché il FEFF non solo presenta, sul grande schermo del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e su quelli del cinema Visionario, il meglio del cinema popolare asiatico, ma si estende a “rivestire” la città di ogni genere di iniziative sul mondo asiatico, gastronomiche, musicali, sportive, culturali. Prima che qualcuno lo chieda: non mancherà il tradizionale Cosplay. Migliaia di appassionati riempiono ogni anno il Teatro Nuovo per le novità della competizione, dedicata al cinema di fiction più recente (non è difficile pronosticare un trionfo per Cells at Work!) da Cina, Hong Kong, Taiwan, Giappone, Corea, Thailandia, Filippine eccetera – e qui segnaliamo il ritorno della Mongolia. Com’è noto, i premi vengono attribuiti dal pubblico stesso. Accanto alla sezione principale potremo vedere una sezione dedicata ai documentari. Tornerà l’apprezzata selezione Best of the Best, che ripropone film asiatici recenti diventati oggetto di culto in altri Festival: questa sezione, mentre viene incontro a chi ha perso questi film, si aggiunge alla selezione per restituire lo state of the art del cinema asiatico.
Come sempre, numerosi ospiti dei Paesi asiatici – star, registi, produttori – accompagneranno i loro film a Udine e saranno applauditi sul palco del Teatro Nuovo. Siccome lo scopo del FEFF è di dare un’informazione anche diacronica, ossia sul piano storico, non mancano mai i classici restaurati (fra questi possiamo citare, quest’anno, Shanghai Blues del grande Tsui Hark) e le retrospettive. La retrospettiva di quest’anno, Yokai and other monsters: From Asian folklore to cinema, riempirà gli schermi di bizzarre, inquietanti creature. Gli svariati yokai giapponesi (a volte assai pericolosi, come la temibile Donna della Neve) si daranno il cambio con la spaventosa krasue (testa volante) thailandese e la quasi analoga manananggal delle Filippine; col vampiro cinese, jiangshi, che si muove a balzi e che viene tenuto a bada non con l’aglio ma col riso glutinoso; e in breve con tutta una serie di creature che non è consigliabile incontrare di sera. C’è una logica dietro a questa retrospettiva. Il cinema horror occidentale si è nutrito di credenze folkloriche: basta pensare ai vampiri, le cui storie furono appassionato oggetto di fascino e di dibattito nel Settecento prima di divenire parte dell’immaginario letterario e poi cinematografico. È interessante andare a vedere come il cinema horror/ fantasy asiatico abbia saccheggiato il proprio folklore, celebrando e ridefinendo i mostri prettamente locali. Il FEFF pubblicherà una raccolta di saggi che ci aiuterà a inserire i film della retrospettiva nel loro contesto. Questi i titoli da non perdere:
CELLS AT WORK!
Non è la prima volta che il giapponese Takeuchi Hideki porta con grande abilità un manga sullo schermo (ricordiamo Thermae Romae). Cells at Work! appartiene a quel filone fantastico che umanizza le componenti del corpo umano. Con fantasia sfavillante, buone interpretazioni e un’ottima regia, il racconto si alterna su due livelli: nel nostro mondo, con protagonisti la giovane Niko e suo padre vedovo, e all’interno del corpo, visto come una città, dove globuli, piastrine e così via lavorano senza sosta – e dove un globulo rosso femmina (o si dice una globula?) si innamora di un globulo bianco.
DARK NUNS
Diretto da Kwon Hyeok-jae, questo bell’horror coreano è il seguito, con altri personaggi, del film di esorcisti The Priests (visto al FEFF 2016), svolgendosi nel quadro della stessa teologia/demonologia para-cattolica, con i Rosacroce del Vaticano in lotta contro le “12 Manifestazioni”. Sebbene per la dottrina le donne non potrebbero esorcizzare, suor Giunia e suor Michela, prima scettica e poi convinta, uniscono le loro forze per salvare un ragazzo posseduto; e viene ripresa e ampliata l’idea di The Priests di un’alleanza fra il cattolicesimo e lo sciamanesimo coreano contro le potenze oscure.
MR. VAMPIRE
La retrospettiva “Yokai e altri mostri” comprende la classica commedia horror del 1985 Mr. Vampire (diretta da Ricky Lau e interpretata dal comico Ricky Hui), che lanciò una fortunata serie e popolarizzò in tutto il mondo la figura del vampiro cinese, o jiangshi. È pura comicità demenziale hongkonghese degli anni d’oro, dove alla buffoneria sfacciata rispondono il bel controllo dei tempi e la natura acrobatica degli stunts: arti marziali contro vampiri! Il titolo cinese dice “Trattieni il fiato”, alludendo al fatto che se non respiri il vampiro non ti vede – ma non è così facile, alla lunga…
SHANGHAI BLUES
Intenso, spettacolare, maestro nell’uso dei tempi, artista dell’inquadratura, Tsui Hark ha attraversato la storia del cinema hongkonghese con i suoi film di arti marziali e di kung fu (ma non solo). Il capolavoro Shanghai Blues, girato nel 1984, appare al FEFF in versione restaurata. È una vicenda in costume (1937-1947) che incrocia in maniera ineguagliabile velocità, ritmo, umorismo, all’interno di una descrizione calda e appassionata della Shanghai della povertà – con equivoci, scambi di persone, gags, un ottimismo di fondo, in una serie di quadretti ed entrate della musica che regna su tutto.