Fondation Wilmotte, in collaborazione con il Circolo Fotografico La Gondola e con l’Archivio della Fondazione Querini Stampalia attraverso il fondo Luigi Ferrigno, presenta la mostra Venezia bianca. Quarantanove fotografie in cui la struggente bellezza della città si fonde con la delicatezza della neve.
A Venezia la neve è un evento straordinario che trasforma la città d’acqua in un paesaggio incantato. Anche se di solito è di breve durata, poiché il clima lagunare tende a farla sciogliere rapidamente, la città si trasforma come avvolta in un manto magico che annulla la percezione del confine tra terra e acqua. I fiocchi di neve scendono lentamente sui campi e i canali, riflettendo la luce soffusa del sole invernale. Le gondole ormeggiate sono avvolte in coperte di neve bianca come i tetti dei palazzi e i ponti che diventano magiche passerelle innevate. Il silenzio della città è rotto solo dal suono soffice dei passi sul manto nevoso, mentre il Canal Grande si trasforma in una striscia d’argento tra le antiche architetture. È un momento sospeso nel tempo in cui la bellezza di Venezia si fonde con la delicatezza della neve, creando una scenografia indimenticabile.
In questo contesto la Fondation Wilmotte, in collaborazione con il Circolo Fotografico La Gondola e con l’Archivio della Fondazione Querini Stampalia attraverso il fondo Luigi Ferrigno, presenta nello spazio della Galleria in Fondamenta dell’Abazia la mostra Venezia bianca. Quarantanove fotografie che compongono un articolato percorso espositivo diviso in tre temi principali: Piazza San Marco, gondole e persone, scatti in cui si possono ammirare scene di bambini che scambiano sorrisi compiaciuti lanciandosi in divertenti battaglie di palle di neve, dove la città diventa il luogo di giochi e di avventure invernali per un’esperienza che porteranno con sé e nei loro ricordi per tutta la vita. A Venezia, gli abitanti e i visitatori si mescolano tra di loro, ogni passo lascia una traccia e crea un contrasto visivo tra il bianco della neve e il nero delle impronte. Le fotografie di Marino Bastianello, Roberto Capuis, Libero Dell’Agnese, Sergio Del Pero, Luigi “Gigi” Ferrigno, Gaetano Gabbia, Giorgio Giacobbi, Manfredi Manfroi, Laura Martinelli, Sergio Moro, Gino Residori, Fulvio Roiter, Bruno Rosso, Luciano Scattola, Toni Schena rappresentano un’ode alla bellezza eterna e mutevole di questa città, una testimonianza del suo spirito resiliente di fronte alle sfide della natura.
Di notevole interesse documentale oltre che estetico, sedici cartoline postali esposte in mostra e provenienti da un album recuperato da Luisa Mogavero che oggi ne è la proprietaria. Esse custodiscono la memoria collettiva di un fenomeno unico e suggestivo; alcune hanno nel margine inferiore i timbri a secco “Foto Giacomelli Venezia” e “Ferruzzi Venezia”, due dei più noti studi fotografici veneziani attivi nella prima metà del Novecento. Le cartoline risalgono infatti al 1929, anno in cui un’intensa ondata di gelo ghiacciò la laguna veneziana facendo registrare la temperatura straordinaria di 12 gradi sottozero. L’evento sensazionale, cristallizzato nella memoria di un inverno in cui il clima si irrigidì al punto che «la gente camminava sul mare, tanto che si sarebbe potuto arrivare fino a Mestre a piedi», viene registrato fotograficamente e quindi diffuso tramite il mezzo della cartolina postale. L’immagine fissata diventa un oggetto che passa di mano in mano e giunge fino a noi.