Figura-chiave del grande e piccolo schermo, Ugo Tognazzi nasceva a Cremona il 23 marzo del 1922. Attore fuoriclasse, comico come drammatico, ha regalato al pubblico personaggi indimenticabili della storia del cinema italiano, oggi attuali più che mai. Alla Videoteca Pasinetti una rassegna ne celebra la grandezza.
«Attore non attore, innamorato delle donne, della vita, della buona tavola. Fece un passo difficile, dal comico al drammatico. Molti ci provano, pochi ci riescono. A lui riuscì. Bello starci insieme, mai un momento di noia. Vero, sincero. Anche Gassman ne era contagiato: gli piaceva, era il contrario di lui. Ugo non sapeva quasi mai la parte. La inventava…». Così Ugo Tognazzi veniva descritto da Dino Risi, che lo diresse ne I mostri e I nuovi mostri e che ne colse in maniera lucida e sintetica non solo i tratti di attore, ma di uomo prima di tutto.
Nel centenario della sua nascita, di motivi per celebrare Ugo Tognazzi ne troviamo tanti legati tanto all’attore quanto all’uomo: i due versanti della sua personalità non avevano confini precisi, anzi la sua credibilità e il suo straordinario talento stavano nel cercare di non dosare l’uno rispetto all’altro, facendosi guidare dalla passione e dalla naturalezza. Il duo formato con Raimondo Vianello dal ‘54 al ‘59 mette da subito in mostra una comicità straordinaria, più popolare la sua e più raffinata quella di Vianello. La sua carriera cinematografica ha ribadito il concetto consegnandoci personaggi autentici, veri, che Tognazzi affronta portando il metodo Stanislavskij dell’immedesimazione ad un livello successivo, o magari ignorandolo del tutto.
Fu diretto dall’amico Mario Monicelli, risultando assolutamente impareggiabile nei panni del nobile decaduto conte Raffaello Mascetti in Amici miei, personaggio che venne offerto prima a Mastroianni e poi a Vianello, con Ugo destinato invece al ruolo del giornalista Perozzi: grazie a quei ghirigori che il destino per fortuna ci presenta, Tognazzi ci regalò una delle interpretazioni (o “non interpretazioni”) migliori della storia del cinema italiano. Per Monicelli fu personaggio drammatico in Romanzo popolare al fianco di una Ornella Muti non ancora ventenne, colonna sonora di Jannacci, vincendo un Nastro d’Argento. Circuito Cinema gli dedica una rassegna ad aprile omaggiandone la grandezza e rinnovando, se possibile, il dubbio: quello di essersi goduti un grandissimo attore, che forse in realtà non ha recitato mai.