Dopo l’emozionante mise en lecture “Addormentate”, il testo vincitore di Biennale College 2022 firmato da Carolina Balucani va ora in scena nella sua forma definitiva con il titolo “Sleeping Beauty”.
Dopo averne apprezzato durante la scorsa edizione l’emozionante mise en lecture, Addormentate, il testo vincitore del bando College Drammaturgia 2022, firmato da Carolina Balucani va in scena nella sua forma definitiva con il nuovo titolo, Sleeping Beauty, per la regia di Fabrizio Arcuri, prodotto dalla Biennale di Venezia, Cranpi e La Corte Ospitale. Una festa finita, una radura nel bosco, una maledizione ignota che colpisce le quattro giovani creature al centro della scena, riducendole al sonno. Si sono ferite con un ‘fuso’ e ora le mani sporche di rosso le isolano dal resto del mondo, non gli resta che cadere addormentate, sole ma insieme nel destino e nel sogno. Per il tempo di quel sogno il pubblico viene calato nei tormenti dell’anima di quattro giovani sulla soglia dell’età adulta, intenti a confrontarsi con delle ferite che rappresentano il rapporto con la famiglia, con la propria identità, con la società. In un’onirica ed esuberante ‘danza al massacro’, le addormentate e gli addormentati di Balucani attraversano le proprie ferite e quelle dei compagni di sventura, condividendole, in alcuni casi portandole a galla, perché solo facendo nostra la sofferenza altrui e aprendoci verso l’Altro da noi, ci sarà concesso finalmente – grazie al “bacio di vero amore” – di ridestarsi nella consapevolezza e ritrovarci rinnovati. Scrive Arcuri nelle note di regia: «Il testo di Carolina Balucani è un fiume in piena di parole. Le scene procedono per accumulo, al punto che è impossibile immaginare davvero una scenografia per questo spettacolo, perché bisognerebbe trasferire il mondo in scena. Anche le didascalie sono così traboccanti di informazioni che c’è un personaggio che è costretto a raccontarcele. Tutto questo è un esubero di vitalità, la vitalità che gli adolescenti hanno nell’affacciarsi alla vita, con tutte le loro paure e la loro voglia di vivere […] Una metafora sui cigni in volo mentre emigrano chiosa il testo. Lascia intravedere una possibilità per tutti nell’essere comunità. Una comunità che si occupa di ogni singolo elemento e che non lo lascia indietro e che si organizza affinché ogni cosa sia condivisa […] Proiezioni e schermi faciliteranno la creazione dei diversi ambienti e l’interpretazione degli attori ci aiuterà a entrare in intimità con loro e a ricevere queste piccole confessioni notturne che sono sofferenza ma anche liberazione».