Fragile tesoro

Un iter burocratico esemplare per proteggere la Basilica di San Marco
di Fabio Marzari

Al via nei prossimi giorni i lavori di restauro della Basilica di San Marco: riguarderanno i marmi del nartece e i mosaici del transetto sud gravemente danneggiati dall’acqua alta, in particolare quella del 2019.

Prendo a prestito le parole del Sovrintendente Fabrizio Magani che nel suo intervento  in occasione della presentazione dei nuovi lavori per 3.3 mln di euro in Basilica di San Marco a Venezia finanziati dal Ministero della Cultura nell’ambito del Piano Strategico 2021-2023 “Grandi Progetti Beni Culturali” poi assegnato alla Soprintendenza di Venezia e che per la prima volta ha visto la Procuratoria di San Marco divenire stazione appaltante, nel descrivere i diversi marmi che compongono ogni elemento della Basilica, ne ha tratto la metafora della stessa storia civile di Venezia, che già nel 1200 aveva posto le sue solide basi di crescita stabilendo relazioni con diversi territori, dai più prossimi a quelli più lontani, così come l’utilizzo dei marmi di diversa provenienza ne sono a tutt’oggi una concreta testimonianza. Ogni volta che si mette piede in Basilica si rimane folgorati da tanta bellezza e allo stesso tempo colpiti da tanta fragilità. Il Proto di San Marco, l’architetto Mario Piana ha confermato che strutturalmente l’edificio è in salute, sono le lastre di marmo e i mosaici ad essere molto vulnerabili, anche a causa dei danni ingenti arrecati dalla sciagurata marea del novembre 2019, cui il finanziamento del Ministero afferisce in parte. Così il Proto descrive la situazione e circostanzia l’ambito di intervento urgente: «Ricadendo nell’area più depressa dell’invaso marciano la Basilica di San Marco ha sofferto e soffre particolarmente del fenomeno delle acque alte. Nel decennio precedente il 2019 (anno dell’entrata in funzione della prima difesa fino a +87 cm sul medio mare, seguita dall’installazione temporanea della barriera vitrea) la media delle invasioni si è aggirata intorno ai 110 eventi annui. Ogni invasione mareale, sommergendo talvolta per più di un metro il piede della quasi millenaria fabbrica, ha apportato notevoli quantità di acqua salata nelle sue ossature di spiccato, esasperando la degradazione delle sue pietre, delle cruste marmoree che la rivestono, particolarmente preoccupante, poiché il loro spessore, esilissimo, di rado supera i 3 cm, degli apparati scultorei, delle pavimentazioni in opus sectile e tessellatum, degli stessi mosaici parietali.

Tra le parti che hanno particolarmente sofferto dalla grande invasione del novembre 2019 ricadono le cruste lapidee e marmoree che rivestono le pareti interne dell’ala nord del nartece, e la pavimentazione in opus tessellatum contornante l’altare del Santissimo. Ed è su queste due parti che si interverrà con un finanziamento di 3,3 milioni di euro, generosamente concesso dal Ministero della Cultura e assegnato alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna. Mediante apposita convenzione intercorsa con tale Ufficio di tutela, la Procuratoria di San Marco ha assunto la funzione di Stazione appaltante».

Un esempio di buona e rapida definizione di iter burocratico a favore di un bene, patrimonio dell’Umanità intera.

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