Kimiko Yoshida protagonista della nuova campagna di affissioni artistiche di Fondation Valmont con i suoi auroritratti in formato manifesto: 50 poster numerati sui muri di calli e campi di Venezia.
In una città come Venezia, in cui di fatto l’arte è ovunque, dentro e fuori, antica, moderna e contemporanea, in cui in ogni angolo sorprende la bellezza, invasa pacificamente da artisti di tutte le parti del mondo – più di 200 mostre in musei, fondazioni, chiese, palazzi, gallerie, magazzini, grazie ad una edizione record di Biennale Arte –, non sorprende che l’arte scenda anche in strada. Non stiamo parlando di Street Art o di una nuova (e attesa) incursione di Banksy, ma di una nuova frontiera dell’esporre: The Street is my Gallery. Un’idea geniale nella sua semplicità, quella di utilizzare i muri (e le affissioni) di Venezia per una esposizione extra-ordinaria. Fautrice del progetto, Fondation Valmont che ogni due mesi lancia una specialissima campagna di affissione dedicata alle opere di artisti internazionali, che da anni lavorano con la Fondazione e con Didier Guillon.
Protagonista della campagna di settembre – dal 27 agosto al 10 settembre – l’artista di fama internazionale (oltre che una persona veramente speciale) Kimiko Yoshida, che espone le sue fotografie in formato manifesto in 50 poster numerati sui muri di calli e campi di Venezia. Una nuova edizione che trasforma i muri della città in muri di una specialissima galleria a cielo aperto, ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Particolarmente impattante saranno così le sue fotografie, sempre autoritratti, che Kimiko Yoshida trasforma in una varietà di personaggi diversi per mettere in discussione le nozioni di identità in relazione al genere e alla storia personale. Il suo lavoro si ribella all’oppressione che sentiva come donna nella società giapponese convenzionale prima di trasferirsi in Francia nel 1995. Nella maggior parte dei suoi ritratti, il trucco e l’abbi- gliamento di Yoshida corrispondono al colore dello sfondo. Scomparendo di fatto, l’artista mette in discussione la stabilità dell’identità stessa. Kimiko Yoshida ci osserverà dai muri mentre passeremo velocemente per le calli, regalandoci uno specialissi- mo attimo di sublime bellezza.