Action painter

Trajal Harrell, un Leone d’Argento davvero unico
di Mariachiara Marzari
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«Lavoro come un action painter» afferma Trajal Harrell, danzatore e coreografo statunitense, tra i più rinomati della sua generazione, che Wayne McGregor ha scelto come Leone d’Argento della Biennale Danza 2024, dichiarando la sua assoluta unicità.

Unicità che si traduce in immediatezza e senso di unione. «Avevo un insegnante di recitazione – racconta Harrell – che ci diceva sempre: “Se non avete niente da dire a teatro oggi, non venite”. Questo mi ha fatto una grande impressione, ciò che cerco di esprimere nel mio lavoro oggi deve essere immediato, condiviso, un momento che esiste solo qui e ora».
L’artista, nato a Douglas (Arizona, USA) nel 1973 e residente ad Atene, si è laureato alla Yale University, al Centre National de la Danse (Yvonne Rainer) e alla Martha Graham School of Contemporary Dance.
«La sua ricerca fondamentale – recita la motivazione della Biennale – si basa su una ricca conversazione tra la danza postmoderna, la scena del voguing newyorkese e la danza giapponese Butoh. Il suo lavoro re-immagina il nostro passato incurante della distanza cronologica, geografica e culturale, portando le sue performance in luoghi dedicati tanto alle arti visive quanto allo spettacolo dal vivo».
Harrell crea un tipo di danza che parte dalla ridefinizione delle barriere stabilite tra le discipline della danza, del teatro e dell’arte performativa, arricchendole di un pensiero critico basato sulla ricerca sul genere, il femminismo e il post-colonialismo. Frutto di una vasta ricerca, dunque, le sue performance sono come tanti oggetti sensibili, ibridi e gioiosi che attingono in egual misura alla moda, alla cultura pop e agli artisti d’avanguardia. È in questo mix unico di generi, nella sorprendente giustapposizione di forme e nella vastissima gamma di emozioni che il lavoro di Harrell coinvolge e appassiona.

Tambourines, Trajal Harrell, © Orpheas Emirzas

Ora torna a Venezia con due opere: Sister or He buried the Body e Tambourines.
Nella performance-installazione Sister or He Buried the Body, Harrell indaga uno dei padri fondatori della danza Butō, Tatsumi Hijikata, alla ricerca di un legame con Kathrine Dunham, antropologa e coreografa afroamericana che pare condivise lo studio di Hijikata a Tokyo. Attingendo al vogueing e mescolandolo al Butō, Harrell danza su una passerella improvvisata di stuoie d’erba intrecciata, in un viaggio nella storia della danza contemporanea.
Ispirato al romanzo La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne, Tambourines è la dedica che Trajal Harrell fa a tutte quelle donne che in passato non hanno potuto decidere del proprio corpo. In tre atti – fornicazione, educazione, celebrazione – Harrell riscrive la storia di Hester Prynne, condannata nel romanzo a indossare la lettera scarlatta (la A di adulterio), per aver avuto una bambina fuori dal vincolo matrimoniale, immaginando un finale alternativo, ottimista e femminista.

Immagine in evidenza: Trajal Harrrell, portrait, ph Orpheas Emirzas, courtesy La Biennale di Venezia

Biennale Danza 2024 – We Humans

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18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea

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