Voce del verbo abitare

Il Premio Torta 2023 assegnato ai Cittadini veneziani
di Massimo Bran

Il riconoscimento, istituito dall’Ateneo Veneto nel 1974, viene assegnato ogni anno a soggetti che si distinguono nel promuovere o realizzare importanti interventi di restauro e recupero del patrimonio architettonico, ambientale o infrastrutturale di Venezia.

Premio Torta, 37. edizione. Un premio, come molti di voi sapranno ma che non è mai tempo perso ricordare, istituito dall’Ateneo Veneto nel 1974 in memoria dell’ingegner Pietro Torta, appassionato cultore dell’opera di restauro del patrimonio edilizio della città, al fine di riconoscere l’importante opera di vari soggetti distintisi nel promuovere o realizzare interventi di rilievo nel restauro e nel recupero del patrimonio di Venezia. Lo scorso 25 novembre, sempre all’Ateneo Veneto, la Commissione premiante ha deciso quest’anno di assegnare questo credibile riconoscimento niente di meno che, ‘semplicemente’, a una comunità, ai cittadini veneziani che più o meno tenacemente persistono a dirsi e ad essere tali in una città che di civitas ha sempre meno.

Motivazione
Il Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia viene assegnato, sulla base dello statuto, a soggetti che si distinguono nel promuovere o realizzare importanti interventi di restauro e recupero del patrimonio architettonico, ambientale o infrastrutturale di Venezia. Rilevando il ruolo e la responsabilità sempre maggiori delle comunità nell’esprimere istanze consapevoli e percorrere soluzioni sostenibili, facendosi soggetti attivi dei processi di rigenerazione e di manutenzione continua delle città, il Premio viene assegnato a tutti i Cittadini veneziani che con ordinaria straordinarietà si impegnano quotidianamente per mantenere Venezia città viva e attuale.

Le esemplari parole, non saprei davvero definirle in altro modo, che la Presidente della Commissione del Premio Maura Manzelle ha utilizzato per descrivere nel discorso di assegnazione del Premio, che qui di seguito pubblichiamo dovutamente e convintamente per intero, restituiscono il senso vivo di questo riconoscimento nel segno della quotidiana concretezza. Una semplice, asciutta parola, eterno e costitutivo verbo del nostro esistere in questo Pianeta, restituisce a nostro avviso la sintesi stringente del senso profondo di questa riflessione: abitare. Ci sembra che l’intera, articolatissima argomentazione di Maura Manzelle giri tutta intorno a questo dato direi esistenzialmente primordiale dell’homo sapiens che intende vivere tra i suoi simili, facendosi insieme ad essi comunità. Abitare, sì. Aggiungeremmo l’impresa di abitare in una città che per cifra urbana, storica, sociale, economica, culturale da sempre ha fatto dell’abitare il dato costitutivo della propria identità proprio per la complessità di questa dimensione dello stare al mondo, qui particolarmente esaltata dalla conformazione fisica e urbana di una città altra, quando in luoghi per così dire “normali” questa stessa dimensione è regolata da grammatiche assai più elementari o, per meglio dire, “canoniche”, semplificando, s’intende.

Abitare è la parola chiave di questo Premio Torta 2024 perché è lemma che rimanda al quotidiano di tutti coloro i quali vivono, attraversano, respirano questa città, senza steccato alcuno tra nativi, acquisiti, ospiti temporanei, e facendolo la trasformano con azioni di pura resilienza, interventi che non possono che disporsi dialetticamente al cospetto di un fragile equilibrio millenario e proprio per questo sorprendentemente resistente. Ci piace credere, per chiudere, che questo Premio non cerchi consolazioni retoriche guardando alle solite minoranze virtuose, bensì che rappresenti oltre un oggettivo riconoscimento per chi davvero quotidianamente cesella l’idea sostenibile dell’abitare in questo luogo unico, anche e soprattutto un invito, in particolare verso l’alto a questo punto, alla luce della quasi irreversibile erosione dei presupposti propriamente abitativi della città, a crederci, a spendersi per rendere sempre più diffuse e percorribili le opportunità abitative a Venezia. Dove l’abitare non significa esclusivamente trovare un tetto dove potersi riparare dignitosamente, bensì più estesamente vivere questa città come va davvero vissuta, ossia da città, con tutte le sue articolate attività, occasioni, energie. In forma e sostanza altamente normali.

Immagine in evidenza: © Ateneo Veneto