Un documentario girato da Kasia Smutniak nel suo paese natale, la Polonia. Il film è una sorta di diario di viaggio che attraversa vari muri: da quello del ghetto ebraico, di fronte al quale la Smutniak è cresciuta, a quello costruito dal governo polacco sul confine con la Bielorussia per non permettere ai migranti provenienti dalla Siria di raggiungere il Paese.
Alcuni muri non posso essere valicati, alti sono invisibili e altri ancora dividono le persone in due gruppi, gli esseri umani degni di simpatia e quelli che non la meritano. Ci sono mura che sono semplici foreste e altre formate da filo spinato.