(2022, Francia, 85')
Ispirandosi alla propria storia personale, in un’alternanza di toni ironici e comici, Roschdy Zem dirige e interpreta un dramma sulle dinamiche familiari. Moussa è un ragazzo gentile e generoso, sempre presente per la sua famiglia allargata a differenza del fratello Ryadh (Roschdy Zem), volto noto della televisione, giudicato e criticato aspramente da tutti per il suo egoismo. Solo Moussa, ammirato dal fratello maggiore, prende le sue difese. In seguito a una brutta caduta il ragazzo subisce però un trauma cranico che lo porterà ad esprimere ogni suo pensiero senza freni inibitori, iniziando così a litigare con tutti, tranne che con Ryadh.
Attore e regista parigino di origine marocchina, Roschdy Zem è uno degli interpreti più richiesti del cinema francese della seconda metà degli anni ‘90, dopo essersi fatto notare in En avoir (ou pas) di Laetitia Masson e in N’oublie pas que tu vas mourir di Xavier Beauvois, entrambi del 1995. Per La truffa degli onesti (1999), diretto da Pierre Jolivet, ottiene una candidatura ai César, mentre nel 2006, insieme agli altri protagonisti di Indigènes, ottiene a Cannes il prestigioso Prix d’interprétation masculine. Lo stesso anno fa il suo esordio alla regia con Mauvaise Foi, da lui stesso interpretato. Il suo secondo lungometraggio, Omar m’a tuer (2011), basato su una storia vera, viene proposto dal Marocco nella selezione di film per la candidatura all’Oscar al Miglior film in lingua straniera del 2012. A Venezia partecipa numerose volte in qualità di attore in film come En avoir (ou pas), Vivre au paradis (1998) e Happy Few (2010) e La rançon de la gloire (2014). Vince il César per l’interpretazione in Roubaix, une lumière nel 2020.