Dopo aver affrontato il senso del tatto nell’edizione 2021, intitolata First Sense, e dopo aver abbattuto tutti i confini con Boundary-less nel 2022, e aver esplorato gli Altered States nel 2023 il direttore Wayne McGregor presenta We Humans la 18. edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea, la quarta e ultima del suo primo mandato, che è appena stato rinnovato per il biennio 2025/26 dal Consiglio di Amministrazione della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco.
In programma numerosi appuntamenti quotidiani con solisti e compagnie nazionali e internazionali, con spettacoli che dal cuore pulsante dell’Arsenale si diffondono in città, a Ca’ Giustinan, al Teatro Malibran, fino al Parco Albanese di Mestre, oltre all’attività di Biennale College Danza, dedicata a progetti di formazione e training che diventano parte integrante del palinsesto del Festival. Tre i progetti selezionati tramite il bando Nuove Coreografie 2023 che vedremo prodotti grazie alla Biennale: Posguerra, il nuovo lavoro interdisciplinare della regista argentina, artista visiva, specialista dell’installazione e danzatrice contemporanea Melisa Zulberti, There Was Still Time del collettivo Miller de Nobili (MdN), e folklore dynamics di Noemi Dalla Vecchia e Matteo Vignali (Vidavè).
«Nel cuore del nostro 18. Festival Internazionale di Danza Contemporanea, intitolato We Humans – scrive Wayne McGregor nel testo di presentazione –, sono presenti verità fondamentali, espresse in oggetti coreografici viventi realizzati in modo unico e in grado di parlarci in profondità, di risvegliare i nostri istinti e di stimolare la nostra immaginazione. Nuovi modelli di co-creazione e processi collaborativi sperimentali che esulano dai mezzi tradizionali, così come forme d’arte che dialogano con la natura, la scienza, la tecnologia e la politica, ci catapulteranno in sinergie insolite con intuizioni inaspettate. Gli artisti sfrutteranno le capacità espansive dell’essere umano per superare il potenziale, mentre insieme ci ricorderanno con calma, grazia e urgenza che ciò che Noi Umani condividiamo è molto più grande di ciò che ci divide».
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