Se in tutta Italia il 25 aprile si celebra l’anniversario della Liberazione, a Venezia questa data coincide con la Festa di San Marco, santo patrono della città. La storia dell’Evangelista è infatti legata indissolubilmente alla Serenissima sin dalla traslazione delle sue reliquie dall’Egitto nel IX secolo, un evento che segnò il destino di Venezia. La Basilica di San Marco, che custodisce le sue reliquie, è il cuore spirituale della città, simbolo di una tradizione che affonda le radici nella fede e nella cultura bizantina. La leggenda del leone alato, emblema di Venezia, racconta dell’apparizione divina che segnò la profezia sulla morte e il riposo eterno di San Marco a Venezia. Questo simbolo, adottato dalla Repubblica Veneziana nel XII secolo, rappresenta la forza e la nobiltà che da sempre hanno contraddistinto la Serenissima.
La Festa di San Marco non è solo una ricorrenza religiosa, ma anche un rito popolare. In città si rinnova la tradizione del “Bocolo”, il bocciolo di rosa rossa che viene donato alle donne come segno di amore e devozione. Un’usanza antica nata da una leggenda tanto romantica quanto drammatica, legata al tragico amore tra Maria detta Vulcana, incantevole figlia del Doge Orso I Partecipazio, ed un giovane aedo di nome Tancredi. Per riscattare le sue umili origini agli occhi del Doge, Tancredi si arruolò agli ordini di Carlo Magno contro i Mori di Spagna. Il giovane divenne famoso per le sue valorose gesta, ma cadde in battaglia fatalmente ferito su un roseto di rose bianche, tingendo i fiori con il proprio sangue. Come ultimo gesto d’amore affidò al compagno d’armi Orlando un bocciolo di rosa affinché lo consegnasse alla sua amata Maria. La rosa rossa, tinta col sangue di Tancredi, arrivò a Venezia il 25 aprile e, il giorno seguente, Maria morirà di dolore, stringendo il dono del suo amato tra le mani. Da allora, dopo oltre 1200 anni, la memoria di questo amore puro e sacrificale si rinnova in questa data a Venezia con il rito del Bocolo, che gli uomini, adulti o bambini, regalano alle proprie amate, mogli, mamme, figlie o fidanzate che siano.